Peter Deno è nato il 5 luglio 1945 con il nome di Eberhard Peter Jan Noordendorp
Ha usato per questo libro il suo nome d’arte perché i contatti con un’altra realtà risalgono al periodo in cui era un artista teatrale a Roma, città dove, negli anni Settanta del secolo scorso, ha investigato in profondità il rapporto tra l’espressione corporale e il mondo interno degli esseri umani. Questa ricerca ha prodotto numerose produzioni teatrali; ha concluso quei dieci anni di ricerca mettendo in scena da solo una performance di venti minuti in silenzio, con l’intento di produrre nel pubblico un profondo contatto interno. Il titolo di questo libro è sicuramente legato a quell’esperienza. Durante le sue ricerche è entrato in contatto con il SIloismo, un nuovo messaggio rivolto all’umanità che, nato nella catena montuosa delle Ande, in Argentina, ha raggiunto l’Europa parlando della necessità di Umanizzare la Terra attraverso il superamento del dolore e della sofferenza in se stessi e negli altri. Da quel momento in poi le sue ricerche e produzioni teatrali sono state fortemente influenzate da questo nuovo messaggio ed egli ha cominciato a partecipare e tuttora partecipa in modo attivo a quello che in seguito è diventato il Movimento Umanista. Nel 1980 ha deciso di tornare in Olanda per diffondere ed organizzare il progetto di Umanizzare la Terra. Nei primi anni Ottanta si è dedicato principalmente alla traduzione dei libri di Silo, due dei quali sono stati pubblicati dalla casa editrice Mirananda e alla messa in moto della Comunità per lo Sviluppo Umano. Sempre negli anni Ottanta ha fondato il Partito Umanista, l’espressione politica del Nuovo Umanesimo attuale. Negli anni Novanta ha partecipato ai forum internazionali del Nuovo Umanesimo e si è recato in Africa occidentale, per organizzare il Movimento Umanista con la popolazione locale. Dal 2006 fa parte del comitato organizzatore dei Forum Umanisti Europei di Lisbona e Milano. La sua attività di portavoce del Movimento Umanista e del Nuovo Umanesimo in Olanda continua senza soste. La sua incrollabile credenza nel fatto che ci sia vita dopo la morte ha cambiato in profondità la sua visione del senso dell’azione umana.