MISNA Missionary International Service News Agency
Armi: no a un accordo debole
“Il grande rischio è di arrivare al 27 luglio con un nulla di fatto; ma lo scenario ancor più fosco sarebbe quello di arrivarci con un Trattato depotenziato e debole”: alla MISNA Emilio Emmolo sintetizza così i timori della società civile internazionale all’inizio della seconda settimana di lavori della conferenza per il Trattato sul commercio di armamenti (Att).
Rinviati i lavori dell’ATT (Arms trade treaty)
La richiesta dei paesi arabi di una partecipazione della Palestina con tutti i diritti di uno Stato sta ritardando l’avvio dei lavori della Conferenza dell’Onu per il Trattato sul commercio di armamenti (Att, Arms trade treaty). Lo riferiscono fonti diplomatiche della MISNA confermando indiscrezioni circolanti in queste ore sulla stampa internazionale.
Kaduna: la lettura di un studioso musulmano
“Gli attentati di Kaduna hanno finalità politiche che nulla hanno a che vedere con la religione” dice alla MISNA il professor Ishaq Oloyede, studioso musulmano e segretario del Consiglio interreligioso della Nigeria (Nirec), mentre i giornali di Abuja rilanciano la notizia di una rivendicazione di Boko Haram.
Reazioni alla proposta di referendum sulle Malvinas
Una consultazione popolare sullo “status politico” delle isole Malvinas/Falkland “non ha alcun valore” perché l’Argentina “respinge la possibilità dell’autodeterminazione da parte di gente che si è insediata, come quella britannica”: così il presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, Guillermo Carmona,
Il primo giorno senza stato d’emergenza
L’Egitto si è svegliato questa mattina con una sensazione di leggerezza, nel primo giorno della fine dello stato di emergenza che dal 1981, ininterrottamente, incombeva sul paese. “È un giorno di vittoria, dopo che da anni le associazioni per i diritti umani denunciavano abusi e violazioni commesse in nome delle leggi d’emergenza” spiega un missionario contattato dalla MISNA.
Timori per possibile chiusura della segreteria per la pace
Decine di persone hanno protestato a Città del Guatemala di fronte agli uffici della Segreteria per la pace dopo l’annuncio del licenziamento di 17 funzionari incaricati di investigare sui crimini della guerra civile (1960-1996), che provocò almeno 250.000 vittime: una decisione che lascia intendere la chiusura dell’organismo, dipendente dalla presidenza della Repubblica.