Alfonso Navarra si definisce "antigiornalista" un impegno molto più gravoso di quello che tocca ad un "giornalista" qualsiasi: occuparsi delle "non notizie", vale a dire della ricerca della verità oltre i fatti atomizzati (e valutati secondo i criteri della "novità", della "eccezionalità", della capacità di suscitare polemiche). Di ciò che è strutturale, e non effimero, di ciò che è collegato al tutto, e non preso a sé stante. Di ciò che dovrebbe interessare l'essere umano in quanto tale, nella sua complessità sociale, e non in quanto "singolo" categorizzato nelle stratificazioni sociali stabilite dal "sistema della potenza e del profitto".
E’direttore del periodico "Difesa-ambiente" e, da "storico" obiettore di coscienza ed avanzo di galera per motivi politici ("il posto giusto per gli uomini giusti in un sistema ingiusto"), sforna saggi antinucleari e per il disarmo e la pace.
Nel lavoro di ricerca, per unire la critica all'ingiustizia al programma costruttivo, dà grande importanza alla collaborazione con l'Associazione Energia Felice.
La svolta decisiva della sua vita avvenne nel 1978 quando fu assassinato Peppino Impastato: bisognava proseguire la resistenza alla mafia in quanto sistema di potere e continuare a lottare per "rivoluzionare" la società, ma optando non per la lotta armata (come fecero allora molti 68ini accaniti), bensì per la cultura, la strategia ed il metodo della nonviolenza. Si unisce allora alla Lega Obiettori di Coscienza ed alla Lega per il Disarmo Unilaterale di cui è tuttora animatore instancabile.