Per il CTR quindi poco più di sessanta giorni addietro non sussistevano le condizioni di sicurezza per la realizzazione dell’opera ed oggi invece, proprio quando le illegalità e la pericolosità dell’impianto hanno trovato autorevole conferma in un processo e in una sentenza penale, che ha disposto anche la confisca della “colmata a mare” destinata ad ospitare l’impianto medesimo, le immutate condizioni di sicurezza fanno fare al comitato un acrobatico “dietro-front”.
Assistiamo quindi ad un ripensamento illogico, sconcertante e abnorme sia per il contenuto e sia per la procedura attraverso la quale è stato operato: un organo tecnico, che dovrebbe pronunciarsi dopo approfonditi accertamenti dice una cosa e dopo poco si riconvoca (neppure osservando le norme in materia di “autotutela”) per affermare il contrario di quanto deliberato in precedenza. L’accaduto costituisce ulteriore conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto e di quanto ha messo in rilievo il citato processo penale: la vicenda del rigassificatore è stata segnata, e purtroppo continua ad esserlo, da fatti e comportamenti che preoccupano e richiedono ulteriori interventi sul versante giudiziario per il totale ripristino della legalità sotto ogni profilo e sul versante amministrativo per la definitiva revoca del provvedimento autorizzativo a suo tempo emesso dal competente ministero.
La pronta e ferma reazione dei vertici della Regione Puglia, delle Amministrazioni locali e delle espressioni democratiche cittadine dimostra quanto sia impercorribile (non solo per la confisca) la tortuosa via che percorre la società interessata che, da una parte, sbandiera strumentali propositi di rinuncia al progetto e, dall’altra, si adopera con tutti i mezzi per farlo risorgere dalle sue ceneri tentando di far passare il caso Brindisi (che presenta caratteri di enorme gravità) per una vicenda segnata da ritardi burocratici e contrasti locali. Una malinconica “telenovela” che sta arrecando enormi danni allo sviluppo di un martoriato territorio che vuole costruire il proprio futuro a misura delle pressanti esigenze.
Italia Nostra, Legambiente Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, ACLI Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, PeaceLink.