Carmona ha replicato alla convocazione di un referendum nel 2013 annunciata da Gavin Short, presidente dell’Assemblea autonoma delle Falklands, occupate da Londra nel 1833; una decisione che giunge a ridosso del 30° anniversario della fine della guerra che oppose i due paesi nel 1982, conclusa con la vittoria inglese.
La convocazione del referendum “non rispetta il diritto internazionale” – ha aggiunto Carmona – e “vuole solo generare un effetto mediatico” in vista della visita della presidente Cristina Fernández al Comitato di decolonizzazione delle Nazioni Unite, dove è attesa oggi. A New York, Fernández reclamerà ancora una volta che il Regno Unito rispetti la risoluzione 2065 dell’Onu che esorta i due governi ad aprire un negoziato per risolvere l’annosa disputa territoriale.
A Carmona ha fatto eco Daniel Filmus, il suo omologo al Senato: “Il referendum non cambia la posizione del nostro paese che si è sempre basata sulle risoluzioni dell’Onu in cui si stabilisce che la questione della sovranità debba essere risolta tramite trattative bilaterali” che Londra ha sempre respinto.