Il Gruppo di Programmazione della Conferenza, formato da più di 50 reti nazionali e internazionali, ha identificato i temi oggetto dei dibattiti dividendoli in tre pilastri principali che serviranno da “guida pratica” alle attività.
Il primo pilastro è di carattere critico. Attraverso la denuncia delle cause strutturali della crisi globale, delle false soluzioni e delle nuove forme di produzione di capitale, la Conferenza vuole presentare alla società civile le ragioni dei problemi di ordine sociale e ambientale del nostro pianeta, al contrario della Conferenza delle Nazioni Unite, Rio+20, come ricorda Ivo Lesbaupin dell’Associazione Brasiliana delle ONG (Abong).
“Rio+20 non affronta il tema delle cause. Nella Bozza Zero del documento ufficiale, non sono citate le cause dei disastri ambientali. E perché? Perché ovviamente omettendole è più facile non risolverle” afferma Lesbaupin. “ E’ sufficiente pensare ad esempio alle ragioni della deforestazione ed è evidente che siano da imputare all’industria agro-alimentare. Basta guardare la foresta amazzonica per capire che lo sfruttamento delle risorse non solo è consentito ma che i confini dell’industria si stanno espandendo sempre di più”.
Così come l’attuale sistema economico è visto dalla Conferenza come un ostacolo per uno sviluppo realmente sostenibile, Rio+20 è percepita come un evento con false soluzioni. “Il modello economico se basa nell’alta produttività e nell’alto consumo. Con la crisi, il capitalismo sta trovando nuove forme per aumentare questi indici: sfruttando e mercanteggiando le risorse naturali del pianeta. Per questo la cosiddetta green economy è una farsa. Non è una soluzione, è un aggravante” sottolinea Lesbaupin.
**Le soluzioni esistono già**
Con la partecipazione di rappresentanti di diversi paesi, la Conferenza presenterà nuovi modelli e soluzioni ai problemi più seri del pianeta. Secondo Ivo questo è il tema principale dell’evento. “ Le nostre critiche saranno più efficaci perché accompagnate da soluzioni”.
Molte di queste, sono già messe in pratica ma non hanno visibilità, continua Ivo. “Molte pratiche non sono conosciute, restano confinate in una regione e non vengono assunte dai governi. Noi mostreremo che è possibile agire in modo diverso, valorizzeremo le soluzioni della gente e porteremo esempi pratici invece di teorie”.
Ivo cita tre importanti iniziative. Una di queste è l’agricoltura biologica che consente la produzione di prodotti senza l’uso di sostanze tossiche, non danneggia il suolo e genera occupazione e reddito stimolando l’attività agricola familiare.
Un’altra pratica è l’economia solidale che valorizza prima di tutto il capitale umano, con base nel cooperativismo, per la produzione di beni e servizi. Oltre a questi metodi produttivi alternativi, la Conferenza darà anche visibilità alle tecnologie sociali, come la costruzione di cisterne sostenibili nel nord-est semi arido.
Infine, il terzo concetto stimolerà le organizzazioni e i movimenti sociali ad articolare processi di lotta anticapitalista per il dopo Rio+20. Per questo durante il dibattito i gruppi dovranno integrare agende e campagne: “ E’ necessario arrivare a una mobilitazione sempre più grande. La conferenza vuole lasciare questa eredità”, dichiara Ivo.
Iscrivi le tue proposte: La Conferenza dei Popoli è collaborativa. Le iscrizioni delle attività sono aperte dal 2 aprile. Per presentare la tua proposta, è necessario che si inquadri in uno dei tre concetti base presentati. L’azione deve rappresentare organizzazioni o movimenti sociali. Partecipa!
Tradotto da Eleonora Albini