Riceviamo e molto volentieri rilanciamo questa lettera aperta di Moreno Biagioni, a cui aderiamo in toto come redazione di Pressenza.
Lettera aperta a Carla Nespolo, Francesca Chiavacci, Maurizio Landini
Cara Carla, cara Francesca, caro Maurizio,
Sono iscritto alle 3 organizzazioni da voi presiedute (ANPI, ARCI, CGIL).
Di fronte al vergognoso attacco turco al popolo curdo del Rojava avete giustamente preso posizione, condannando l’aggressione ed esprimendo piena solidarietà a chi è stato aggredito.
L’atto però è così grave che occorre fare qualcosa di più di un comunicato.
Con tale atto di guerra, che Erdogan ha potuto compiere con la complicità, esplicita o implicita, degli Stati Uniti, dei suoi alleati della NATO, dell’Europa, si intende porre fine ad una delle esperienze democratiche più interessanti oggi in atto nel mondo.
La Confederazione Democratica del Rojava si basa sull’uguaglianza di genere (le autonomie locali hanno una sindaca ed un sindaco), sull’interculturalità, sull’impegno ecologico e pone su un altro piano, che non è più quello della costruzione di uno stato, la questione dell’indipendenza.
Vi è materia per una campagna ampia, diffusa, capillare, che coinvolga le strutture di base del sindacato e dell’associazionismo, che faccia opera d’informazione e di sensibilizzazione su tutti questi aspetti, non molto conosciuti.
Non solo, urge una mobilitazione, che si traduca in iniziative – presidi, flash mob, manifestazioni, locali e nazionali -: è tempo che le nostre realtà diano un contributo, anche organizzativo al generoso impegno, già in atto, dei/delle rappresentanti curdi/e in Italia, della Rete Kurdistan, dei centri sociali e di altre organizzazioni giovanili.
Va infatti chiesto con forza che il Governo intervenga in tutte le sedi per porre fine all’aggressione, che le istituzioni locali prendano posizione, che l’Italia non venda più armi alla Turchia.
Occorre ricordare che le/i combattenti curde/i del Rojava hanno condotto una resistenza vittoriosa contro i tagliagole fascisti dell’ISIS.
Anche per questo motivo chi – come noi dell’ANPI, dell’ARCI, della CGIL – ha le sue radici nella lotta partigiana contro il nazi-fascismo non può che essere al loro fianco e sostenerli in una situazione mondiale che tende ad abbandonarli al loro destino.
Tanto più un appello alla mobilitazione – contro l’indifferenza (come affermava Gramsci, dobbiamo avversare profondamente gli indifferenti) – deve venire da Firenze, che ha ricordato e ricorda con commozione Lorenzo “Tekoser” Orsetti, caduto alcuni mesi fa nel Rojava lottando contro l’ISIS a fianco dei/delle combattenti curdi/e.
Saluti resistenti e partigiani
Moreno Biagioni