Palazzo presidenziale evacuato e trasferimento di emergenza fuori dalla capitale per il capo di Stato dell’Ecuador, Lenin Moreno. L’allerta è scattata per una nuova manifestazione di protesta a Quito contro i tagli a sussidi e spese sociali.
Secondo la ricostruzione del quotidiano ‘El Comercio’, l’operazione è stata disposta mentre nel parco di Arbolito, nel centro di Quito, si stava preparando un corteo convocato da organizzazioni sociali e rappresentanti di comunità native.
Insieme con la compagine di governo, Moreno si è trasferito a Guayaquil, principale città costiera e capitale economica del paese, dove i gruppi animatori della contestazione sarebbero meno radicati.
A innescare le proteste, che venerdì avevano spinto il presidente a proclamare lo stato di emergenza, il taglio di sussidi che per decenni avevano tenuto bassi i prezzi del carburante.
Dopo il trasferimento a Guayaquil, in un discorso trasmesso in televisione, Moreno ha sostenuto che dietro le proteste c’è la mano del suo predecessore Rafael Correa. La tesi è che l’ex presidente, socialista, abbia ordito “un piano di destabilizzazione” insieme con il capo di Stato venezuelano Nicolas Maduro.