Questo è il periodo dell’anno e i leader di 7 paesi industrializzati si riuniscono per affrontare la situazione mondiale. Che opportunità per affrontare le disuguaglianze, la crisi climatica, le guerre commerciali, la discriminazione di genere, il razzismo, la crisi dei rifugiati, di regolamentare le multinazionali, i paradisi fiscali e le banche, fermare la speculazione sfrenata, promuovere l’accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione, alla casa, ai servizi. (Sigh)
Ma niente di tutto questo accadrà, l’incontro è tutto incentrato sul rafforzamento del sistema che accumula sempre più ricchezza per chi è ai vertici. Ci saranno dichiarazioni benigne e promesse sui problemi più urgenti, ma non cambierà nulla.
Di fronte a tale crudeltà è importante cercare di capire cosa impedisce ad alcune persone di conettersi con la propria capacità di solidarietà e compassione. Possiamo chiamarli psicopatici, non come diagnosi ma come insulto, ma questo non ci aiuterà a capire, o infine a cambiare lo stato attuale delle cose.
Viviamo in tempi del “Mito del denaro”, in cui la maggior parte della popolazione è stata totalmente condizionata a credere che il denaro possa essere l’unica ricompensa per il lavoro, l’unica misura del valore di una persona, l’unico indicatore dell’azione del paese, l’unica cosa che possa costruire autostima e renderci forti per competere con gli altri per avere più soldi.
E quanto più questo sistema di credenze è consolidato in una persona, tanto più spietatamente questa si applicherà per mantenerlo. Si tratta di una forma dell’essere in una sorta di fascinazione ipnotica, di sonnambulismo attraverso la vita apparentemente svegli ma sotto il controllo di questa massiccia illusione mascherata da opinione, filosofia, impegno, piano d’azione e significato della vita.
I soldi parlano, e parlano inglese
Con l’accento di Wall Street
Vuoto di significato, tiranno gigante
una marionetta con divina apparenza e piedi d’argilla.
Non sono solo quelli al top a soffrire di questa illusione. Il problema è proprio che la maggioranza della popolazione porta con sè lo stesso Mito e quindi è probabile che eleggano persone che promettono loro ricchezza, sparandosi sui piedi per non rendersi conto che stanno mentendo. Abbiamo visto di volta in volta governi di più draconiana austerità messi al potere dai più poveri della popolazione. Li chiameremmo di destra populista, ma senza il Mito del Denaro la gente potrebbe guardare altrove.
Risvegli
Non tutti restano ipnotizzano e questo è il bello degli esseri umani, non importa quanto monolitico e pervasivo sia un sistema di credenze, ci sono sempre persone che si interrogano sulle alternative. Perché l’intenzionalità costruisce una comprensione del mondo a partire da molte briciole di informazione, da molte esperienze. E questi dissidenti del mainstream (spesso considerati spacconi o disadattati, certamente persone che non si adattano) diventano il nucleo di nuove proposte alternative, come vediamo oggi in coloro che rifiutano sia il neoliberismo che il fascismo in crescita, promuovendo invece compassione e solidarietà non solo nelle relazioni interpersonali ma come sistema in sé.
Come potrebbe essere un sistema del genere? Invece del denaro come unica ricompensa per il lavoro, un Reddito di base Universale potrebbe occuparsi di tutti i bisogni della popolazione in modo che si possa scegliere cosa fare liberamente e con gusto. Invece del denaro come sola misura del valore di una persona, le persone sarebbero apprezzate per la loro creatività, il lavoro comune, il contributo a progetti comuni, la ricerca sulle grandi incognite dell’esistenza umana per le quali ora non c’è tempo, impegnati come siamo a pagare il mutuo. Invece dell’unico indicatore di come sta andando il paese, c’è già chi propone di sostituire il PIL con una misura del benessere della popolazione. Invece del denaro come unica cosa che possa costruire l’autostima, si sa che questa è più forte quando le persone si sentono ben integrate e curate dalla loro comunità e quando la comunicazione evidenzia le virtù degli individui piuttosto che rimarcare per lo più le critiche. Inoltre, in un mondo in cui la concorrenza è sostituita dalla cooperazione non c’è bisogno di comprovare chi può fare più soldi. E portate le macchine per fare il lavoro pesante e senza cervello!
Ma liberarsi di una fede così forte e quasi universale nel denaro potrebbe non essere così facile per tutti. Come dice George Monbiot nel suo discorso TED, la storia, la narrazione (il Mito) deve essere sostituita da una nuova. Allora quale possiamo credere che sarà il trampolino di lancio per un nuovo stato delle cose che risponda ai reali bisogni dell’umanità?
E’ tempo per la Rivoluzione della Coscienza, in cui le persone imparino a scoprire gli incredibili tesori nascosti che abitano gli spazi profondi della propria mente. Attraverso diverse forme di meditazione, attraverso diverse pratiche, attraverso la consapevolezza che trattare gli altri come vorremmo essere trattati ci dà unità interna e una sensazione di crescita, attraverso la creazione di nuovi modi per costruire i Beni comuni, attraverso la partecipazione alla grande ispirazione dei giovani movimenti sociali, attraverso il rifiuto delle risposte meccaniche e la scelta di quelle intenzionali che aprono il futuro, la nuova storia, la nuova narrazione sta prendendo vita. È il grande risveglio dell’essere umano, consapevole delle sue esperienze e degli effetti di quelle esperienze su tutto il suo essere.
Un nuovo umanesimo sta nascendo dal potere di trasformazione simultanea degli individui e della società, al centro della metodologia della Nonviolenza Attiva.
È facile lasciarsi distrarre dalle buffonate dei politici “psicopatici”, che dopo tutto creano enormi schermi fumogeni con dichiarazioni e azioni bizzarre che mantengono i media aziendali ben nutriti di “notizie” inquietanti, per evitare che la gente riesca a intravedere ciò che sta realmente accadendo.
Ma quelli che con entusiasmo e gioia accettano l’impegno di risvegliarsi in compagnia di altri che fanno lo stesso non saranno più distolti dal cammino verso un mondo nuovo e umanizzato.
Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella