Ancora pochi giorni fa, mentre il senato convertiva in legge il mostruoso “decreto sicurezza della razza bis”, sembrava inimmaginabile che di lì a poco il governo razzista sarebbe caduto. Invece in brevissimo volger di tempo la frattura tra i due partiti razzisti e totalitari che componevano il governo della disumanità ha provocato la caduta dell’esecutivo. Tutti noi che a questo governo razzista ci siamo opposti tiriamo oggi un sospiro di sollievo, anche se sappiamo che la sua caduta non è stata merito del nostro impegno ma esito di dinamiche conflittuali interne al campo razzista.

Ma il campo razzista ha ancora una forte maggioranza in parlamento: ai sodali e cortigiani di Salvini ed agli adepti e sudditi di Grillo essendo assimilabili gli almirantiani postumi di Fratelli d’Italia (ormai una costola esterna della Lega) e i consunti berlusconiani di Forza Italia (ovvero quel che ne resta). Cosicchè l’impegno nonviolento antirazzista ed antifascista in questa fase critica deve essere più vigoroso, più vigile, più adeguato che mai.

Cosa puo’ accadere ora? Gli sviluppi più probabili ci sembrano essere due: un nuovo governo senza la Lega che si prefigga di giungere alla fine naturale della legislatura, oppure le elezioni nel volgere di qualche mese.

Il primo scenario: che si formi un governo senza la Lega e sostenuto da tutte o quasi le rappresentanze parlamentari che non vogliono nuove elezioni. Questo governo si reggerebbe sul decisivo sostegno di grillini e Pd. Dei grillini poichè consci che le elezioni ridurrebbero al lumicino la loro rappresentanza parlamentare e il malloppo del finanziamento pubblico che l’organizzazione padronale che li gestisce ne ricava. Dei parlamentari Pd che sono in buona parte membri della corrente renziana che sa che nuove elezioni a dir poco la decimerebbero, se non addirittura annienterebbero. E ragionamenti non dissimili potrebbero fare tanti parlamentari di Forza Italia (ed anche il gruppo di Liberi e Uguali nel suo insieme).

Se lo scenario sarà questo, sarebbe sperabile che il governo fosse di personalità di alto profilo non soggette ai diktat e ai ricatti dei capibastone di gruppi parlamentari che sono quello che sono. Che poi questo governo duri pochi mesi o quattro anni dipenderà da molti fattori, primo fra tutti la tenace volontà del grosso degli attuali parlamentari di non abbandonare il seggio e le prebende e gli emolumenti ad esso connessi (come si dice volgarmente: restare abbrancati alle poltrone, decenza o non decenza, è sempre meglio che andare a lavorare, posto che un lavoro lo si abbia).

Il Presidente della Repubblica potrebbe quindi incaricare di formare il governo una personalità degna, e questa personalità associarsi ministri di valore, e governare non con l’assillo della costruzione del consenso a furia di demagogia e deliri ma unicamente in pro del bene comune (il che ovviamente non significa che non vi sarebbero aspetti anche fortemente conflittuali, giacchè la percezione del mondo e la nozione di bene comune di un illustre professore universitario o di un alto funzionario della pubblica amministrazione non è detto siano le stesse di un bracciante schiavizzato, di una persona con gravi invalidità, di chi non ha una casa o un lavoro – e si perdoni a chi scrive queste righe se qui rivela la sua appartenenza al movimento delle oppresse e degli oppressi).

Dal nostro modesto punto di vista, se un governo sostenuto da tutte o quasi queste rappresentanze parlamentari interessate per varie ragioni ad evitare le elezioni, fosse per avventura un governo decente, ebbene, occorrerebbe che i primi suoi atti fossero:

  1. abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista testè caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all’inabissamento nella brutalità di quest’ultimo anno);
  2. ripristinare l’adempimento del dovere di soccorrere chi è in pericolo;
  3. escludere da ogni incarico di governo chi è stato complice dell’esecutivo razzista ora caduto;
  4. ripristinare la legalità costituzionale che il governo della disumanità ha infranto;
  5. riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l’effettuale regime di apartheid e di schiavitù di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei.

Il secondo scenario: che si vada subito al voto (comunque passando per un nuovo governo che disbrighi gli affari correnti e prepari e garantisca la correttezza delle elezioni: un nuovo governo è infatti assolutamente necessario per evitare che lo strepitante messere reclamante “i pieni poteri” ed aspirante dux resti Ministro dell’Interno e possa continuare a gestire la situazione da ministro plenipotenziario).
Naturalmente, se si andasse subito al voto lo si farebbe con la pessima legge elettorale vigente. E la destra razzista e fascista potrebbe presentarsi ancora una volta divisa in due tronconi, marciando divisa per colpire unita: a) una coalizione comprensiva di Lega, FdI e FI (quella che ha vinto le ultime elezioni regionali un po’ ovunque); b) i grillini che pur avendo gettato la maschera in quest’anno di governo possono comunque attrarre ancora il consenso dei settori della società più impoveriti e imbarbariti, più sprovveduti e più facilmente manipolabili e raggirabili anche senza particolare abilità.

E ragionevolmente non si puo’ escludere ne’ che si ripeta la vittoria della coalizione salvinian-berlusconiana, vittoria già ripetutamente verificatasi nelle ultime elezioni regionali, ne’ che dopo il voto i due tronconi razzisti e neofascisti si riuniscano di nuovo per governare insieme senza ulteriori infingimenti.

A fronte di questo estremo pericolo, occorrerebbe coalizzare in un nuovo Comitato di liberazione nazionale tutte le forze antirazziste e antifasciste, ed andare alle elezioni con questa coalizione di tutti coloro che si oppongono alla barbarie hitleriana che torna. Questo Cln potrebbe e dovrebbe unirsi su un programma minimo, il cui testo, per dirla in breve, coinciderebbe con i principi fondamentali e l’intera parte prima della Costituzione della Repubblica italiana. Il che concretamente significherebbe in primo luogo la realizzazione immediata, in caso di vittoria, degli impegni che abbiamo già enunciato sopra.

In questo contesto, in questo momento, il movimento nonviolento che lungo un intero anno si è opposto al governo razzista, non solo non può stare alla finestra, ma anzi deve far sentire la sua voce e il suo peso, proseguire ed intensificare la sua mobilitazione. Senza illusioni e senza presunzioni, senza ambiguità e senza confusioni, ma anche senza subalternità e senza attendismi: con la stessa chiara coscienza con cui ha chiamato alla resistenza nei lunghi mesi in cui il governo scatenava la sua scellerata follia con le infami persecuzioni razziste, con la mostruosa omissione di soccorso delle persone in pericolo di morte, con la costante istigazione all’odio razzista, con la commissione di abominevoli crimini contro l’umanità, con il continuo e crescente attentato contro la Costituzione democratica ed antifascista.

Il razzismo è un crimine contro l’umanità.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite è il primo dovere.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo