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Il dispiegamento rapido in Repubblica Centrafricana di almeno altri 3000 uomini, fra soldati e poliziotti, con l’incarico di ristabilire l’ordine e proteggere i civili, e dotati anche di mezzi aerei per potersi spostare più facilmente lungo un vasto territorio: lo ha chiesto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon al Consiglio di sicurezza, ricordando il numero dei militari già presenti sul terreno o previsti, 2000 francesi, circa 6000 africani e fra i 500 e i 1000 europei.
“Ne servono di più, e in fretta” ha detto Ban. Per il segretario del Palazzo di Vetro si tratterebbe di una tappa intermedia in vista dell’invio di una missione di ‘caschi blu’, un’operazione che sia al livello burocratico che logistico richiederà in ogni caso dei mesi. “La popolazione del Centrafrica non può aspettare…Occorre agire ora per evitare un nuovo aggravamento della situazione…Le necessità di sicurezza oltrepassano di molto le capacità delle truppe internazionali dispiegate al momento” ha sottolineato Ban.
Il segretario dell’Onu ha inoltre suggerito che tutte le forze internazionali siano messe sotto un unico commando e abbiano come missione prioritaria tutelare i civili e garantire la distribuzione di aiuti umanitari. Ha proposto di fornire un aiuto logistico e finanziario di 38 milioni alla forza dell’Unione Africana (Misca) per un periodo di sei mesi. Ai paesi donatori ha chiesto di essere più generosi, ricordando che la richiesta di fondi formulata dall’Onu per il 2014 – 551 milioni di dollari – risulta finora coperta solo al 15%, mentre sono almeno due milioni e mezzo i centrafricani che hanno bisogno di aiuto.
Al termine di una visita di due giorni a Bangui anche la responsabile delle operazioni umanitarie dell’Onu, Valerie Amos, ha ritenuto insufficienti le truppe presenti sul terreno, ricordando che il paese ha subito la distruzione totale delle sue istituzioni.