Wonder Grottole è un’impresa sociale che ha ideato un singolare progetto per ridare vita all’omonimo paesino in provincia di Matera. Andrea Paoletti e Mariella Stella ci raccontano com’è nato e come sta andando il programma di rilancio di questo bellissimo territorio.
Lo scorso anno migliaia di persone da tutto il mondo hanno risposto all’appello lanciato da Wonder Grottole: “Prendetevi un anno sabbatico, venite ad abitare in questo antico borgo e aiutateci a farlo rivivere!”. Fra tutti i candidati sono stati selezionati cinque volontari che oggi vivono a Grottole e lavorano fianco a fianco con gli abitanti.
Andrea Paoletti e Mariella Stella, che abbiamo conosciuto diversi anni fa visitando a Casa Netural a Matera, sono fra i fondatori del progetto. Sono anche relatori della summer school sul turismo ispirazionale che ha proprio l’obiettivo di far rinascere gli antichi borghi del Meridione.
Come sta andando Wonder Grottole?
Wonder Grottole è un progetto sperimentale che coinvolge e mette in relazione persone ed energie provenienti da tutto il mondo. È un’impresa sociale che lavora per riabitare il centro storico del borgo di Grottole, situato a trenta chilometri da Matera, grazie alla rigenerazione di case abbandonate e alla creazione di una nuova comunità. Il progetto è in piena attività. In questi giorni abbiamo appena depositato la SCIA per iniziare i lavori di ristrutturazione del primo edificio e dal 5 giugno stiamo ospitando i cinque volontari giunti da vari angoli del mondo con il progetto Italian Sabbatical.
Abbiamo presentato i cinque vincitori alla comunità locale e con loro stanno intrecciando relazioni, nuove amicizie stanno nascendo, stanno scambiando competenze – Remo ad esempio fa corsi di inglese alla comunità e Rocco insegna l’arte dell’apicoltura. Nuove idee ed energie che ricreano identità, ridanno valore a chi vive il territorio, che stimolano chi sta vivendo in maniera temporanea il borgo e che attraggono chi ancora non conosce questa dimensione sociale.
Quali sono le prossime iniziative in programma?
Abbiamo lanciato le experience sulla piattaforma Airbnb, un modo per conoscere i cinque sabbatical, la comunità locale e per generare della micro economia. A inizio agosto realizzeremo un evento inserito nel cartellone degli eventi estivi, un appuntamento aspettato da tutti i cittadini e i “forestieri” che in estate tornano al “paese”. E poi un sito web pieno di informazioni pratiche, un gruppo facebook di car pooling da e per Grottole, laboratori di artigianato locale e molto di più.
È stato difficile inserire ragazzi e ragazze stranieri, arrivati al culmine di una campagna che ha suscitato anche tanto clamore, in un contesto “intimo” come quello di un piccolo borgo? Come sono stati accolti?
Io credo che il Borgo abbia svolto un ruolo perfetto in questo, credo che la sua “intimità” naturale abbia consentito ai nuovi di farsi accogliere con il calore e senza eccessivo rumore. Al di là del primo giorno dell’arrivo, chiassoso e pieno di eccitazione diffusa in tutto il paese, credo che i cinque stranieri siano stati subito adottati nella quotidianità paesana e infatti il bar è stato da subito condiviso come il luogo della socialità da tutti, come si conviene a un posto come questo. Inoltre Silvio Donadio, socio fondatore di Wonder Grottole Impresa Sociale, è di Grottole e lui stesso è stato il ponte naturale con la comunità locale.
Raccontateci un’immagine, un suono o una sensazione che vi ha colpito particolarmente la prima volta che siete stati a Grottole.
A me ha colpito lo sguardo vivo di Silvio, il giovane – 27 anni all’epoca – assessore alla cultura che ci ha accolti quando siamo arrivati la prima volta in occasione della nostra Netural Walk. Silvio non voleva emigrare e non si sentiva affatto “sfigato” per non essere andato via, lui voleva realizzare il suo sogno di cambiamento a Grottole e oggi è uno dei soci fondatori di Wonder Grottole ed è uno dei principali animatori del progetto. Mi sembra bellissimo.
Pensate anche voi che oggi sia sempre più presente l’esigenza di “semplificare” la vita e tornare alla dimensione più umana del borgo, invertendo la tendenza a metropolizzarsi degli ultimi decenni?
Io penso che più che la vita sia necessario semplificare le relazioni umane, riportandole alla maggiore linearità che si viveva un tempo nei luoghi più piccoli e che nelle grandi città si sta completamente perdendo. Il tempo delle relazioni è un tempo lento che non sta nella fretta dei risultati, delle performance e degli appuntamenti. Molte delle persone che incontriamo hanno bisogno di questo e riconoscono in questi posti una possibilità incredibile per realizzare una nuova esperienza della relazione, che poi porta naturalmente a una visione più comunitaria della propria vita.
Potete anticiparci quale sarà il vostro contributo alla summer school? Cosa vi aspettate da questa iniziativa?
Sarà un contributo di esperienze. Infatti queste rappresentano la verifica empirica di un metodo, la possibilità reale di innovazione. Oggi su questi temi piuttosto che di teoria c’è bisogno di esperienza, poiché essa è replicabile, è misurabile e tangibile. Tutto ciò infonde fiducia che si possa realizzare anche altrove e dunque che le cose possano effettivamente cambiare e innovarsi, anche nei processi trasformativi legati al turismo. Ci aspettiamo confronto con chi sta facendo o ha in mente di attivare processi simili in altri territori e bei dialoghi su territorio, turismo e sviluppo sostenibile.