Profughi maliani nel campo di Goudebou in Burkina Faso. Foto: EC/ECHO/Anouk Delafortrie.
L’Associazione per i Popoli Minacciati è molto preoccupata per una nuova escalation di violenza nel Mali settentrionale dove è tornato a colpire il gruppo terroristico di stampo islamico Mujao. Negli scorsi 13 mesi l’esercito francese ha cacciato buona parte dei gruppi terroristici dalle città del nord del Mali e questi, ritiratisi nelle zone rurali, sembrano essersi ora riorganizzati tanto da essere tornati all’attacco. Il gruppo Mujao (Movimento per l’unità e la Jihad in Africa Occidentale) ha rivendicato oggi il rapimento di quattro collaboratori della Croce Rossa Internazionale (CICR) e di un collaboratore di un’altra organizzazione che viaggiava con loro. Pochi giorni prima, lo scorso 6 febbraio, 31 mercanti Tuareg disarmati sono stati uccisi in un’imboscata. Del massacro vengono accusati genericamente membri del gruppo etnico dei Peul come anche i combattenti del Mujao.
Sempre i combattenti del Mujao sono riusciti lo scorso 10 febbraio a occupare per alcune ore la cittadina di Djebock nella regione di Gao dove hanno tentato di arrestare diversi personaggi di spicco della comunità Tuareg. I gruppi armati di matrice radical-islamica sono dunque tornati a far parlare di sé, dimostrando che né l’esercito francese né il programma europeo di addestramento dell’esercito maliano riescono a garantire la sicurezza dei civili nel Mali settentrionale. Le azioni e le aggressioni dei gruppi armati estremisti sono particolarmente pericolose perché approfittano dei già difficili rapporti tra i gruppi etnici dei Tuareg, dei Peul, degli Arabi e dei Songhai per intensificare la tensione e spingerli a passare a un conflitto armato che, a sua volta, potrebbe nuovamente destabilizzare la regione e permettere al Mujao di tornare a prendere il controllo su diverse aree del pese.
Nel 2012 diversi gruppi terroristici tra cui il Mujao avevano utilizzato con successo questa strategia approfittando del sollevamento armato dei Tuareg e prendendo poi il controllo di due terzi del paese. Tra i combattenti Mujao si trovano molti Peul, Songhai e Arabi ma anche qualche giovane Tuareg. La escalation di tensione attorno alla città di Gao dimostra l’importanza di migliorare la sicurezza della popolazione civile nel nord del Mali ma soprattutto mostra l’importanza di un serio lavoro di pacificazione tra i gruppi etnici che spesso si trovano a rivaleggiare per il diritto all’usufrutto di pascoli, di fonti d’acqua e per il bestiame.