Presentato a Londra, lo scorso 5 febbraio, il Military Balance 2014, un rapporto che rendiconta le spese militari mondiali relative all’anno 2013, prodotto e redatto dall’International Institute for Strategic Studies (IISS).
Il Military balance è un rapporto di ricerca e analisi realizzato con cadenza annuale con il quale l’IISS mira a prendere una fotografia dei sistemi e delle organizzazioni di difesa e di sicurezza di 171 paesi del pianeta. Un’analisi numerica e statistica che permette inoltre di comparare l’evoluzione dei dispositivi bellici e di forze armate dei singoli paesi, i loro investimenti in spese militari e che mira a rappresentare su scala mondiale i conflitti bellici in corso o le tensioni politico-militari delle diverse aree geografiche del mondo.
Dal lavoro dell’IISS appare evidente che ci sia un trend di forte incremento delle spese militari dei paesi asiatici a fronte di un ridimensionamento di quelli europei e degli Stati Uniti. L’Arabia Esaudita con quasi 60 miliardi di dollari spesi in armamenti scala la classifica ponendosi al quarto posto, solamente dietro alla Russia (68,2$ miliardi), la Cina (112,2€ miliardi) e gli Stati Uniti che, benché le contrazioni dovute all’epoca di crisi, si attesta largamente al comando con i suoi 600$ miliardi di dollari, un’enormità. L’Italia è tredicesima con poco oltre 25 miliardi di dollari. Balza immediatamente agli occhi come la somma delle spese militari dei primi 15 paesi al top di questa classifica superano leggermente l’importo di un unico paese, da sempre auto proclamatosi garante della democrazia e della libertà nel mondo, gli Stati Uniti.
E’ sufficiente soffermarsi a queste cifre e a questa deprimente graduatoria, senza necessità di andare oltre nelle analisi del Military Balance, per rendersi conto di quanta aberrazione e illogicità pulsa nelle vene dei governanti del mondo e dell’essere umano moderno.
I paesi del mondo si stanno armando sino ai denti. I budget militari dei paesi del continente asiatico, in particolare quelli del Medio Oriente, ma anche della Cina, del Giappone e della Corea del Sud aumentano spaventosamente (+11,6% rispetto al 2010, fonte IISS). Alcuni paesi del mondo latino americano così come altri africani cominciano a richiedere e acquistare armamenti sempre più sofisticati. L’Occidente, in alcuni paesi, mostra una contrazione dei budget militari probabilmente per l’impossibilità di giustificarne un accrescimento di fronte alla crisi economica e soprattutto ai piani di austerity imposti alla popolazione.
Cifre da capogiro dunque quelle dichiarate ufficialmente nei bilanci militari dei 171 paesi del mondo e non ci addentriamo neppure in ipotesi di spese militari contabilizzate fuori bilancio, o celate sotto altre voci, o, addirittura, occultate in qualche maniera. Ci basta già avere un ordine di grandezza su scala planetaria degli importi in gioco per la difesa e la sicurezza.
Ci armiamo sino ai denti dunque, in barba alle consapevolezze acquisite dopo la fine della seconda guerra mondiale e ai buoni intenti conseguenti, in barba all’istituzione di organismi internazionali pensati per costruire il quieto vivere e il benessere sociale mondiale, in barba alla caduta del muro di Berlino e alla fine della guerra fredda, in barba ad una lunga lista di tante altre cose.
Risultato? La corsa al riarmo, il drastico aumento dei conflitti; attualmente, per quello che ci è dato sapere, ci sono una cinquantina di conflitti bellici attivi in varie zone del pianeta, molti dei quali innescati e fomentati da lobby e poteri forti, altri determinati dalle nuove logiche di colonialismo economico.
L’umanità prosegue vergognosamente il cammino dell’aggressività e dell’aggressione pur predicando diplomaticamente pace e nonviolenza da decenni, e del resto ne sono esempi alcuni discutibili premi nobel per la pace conferiti, negli ultimi anni, da quello stesso sistema che da un lato vende la pace e dall’altro costruisce e vende armi.
Miliardi di dollari “deviati” vengono spesi. Miliardi che vengono dirottati verso le armi e gli armamenti a scapito di altri miliardi, stavolta di esseri viventi, di uomini in miseria e in stato di disperazione.
Il risultato? L’abbrutimento delle menti, la povertà sociale, culturale ed economica degli abitanti del pianeta.
Il trionfo delle armi e degli interessi privati da loro stesse spudoratamente difesi a detrimento delle forze dell’amore e della gratitudine all’esistenza e all’equilibrio dell’universo.
Il risultato? Vergognato delle intelligenze inconsistenti, spietate, crudeli e sterili che popolano la società moderna e ai quali troppo superficialmente abbiamo delegato di costruire un mondo che deve essere un mondo di viventi e non di morti, di affermazione di bellezza e non di sua distruzione.
Da questo dispositivo di Difesa mi sento indifeso e spogliato dei valori di umanità, lacerato nei diritti di persona e di essere umano.
Link utili: The International Institute for Strategic Studies