Una piattaforma digitale per imparare giocando la LIS – Lingua dei Segni sarà presentata giovedì 27 Giugno, alle ore 20:30, nella Repubblica di San Marino presso la Sala Montelupo, durante la Festa del Castello di Domagnano. Il progetto è promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII che da anni sviluppa progetti per l’inclusione delle persone sorde.
Alla serata sarà presente Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità di don Benzi, che spiega: «InSegni Apprendi è un progetto di accesso all’informazione che promuove i diritti linguistici e culturali delle persone sorde, educando ed informando attraverso materiale multimediale in Lingua dei Segni su tematiche di vario tipo. L’obiettivo è di trasmettere in forma simpatica differenti contenuti a bambini, giovani e adulti, promuovendo così il diritto all’informazione, accessibilità ed inclusione. E’ un modo per scoprire il mondo della sordità».
Interverranno rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni sull’importanza dell’inclusione e l’accessibilità alla comunicazione ed informazione. La serata si concluderà con un aperiLIS, un singolare aperitivo in lingua LIS, organizzato dai ragazzi del Progetto Bistrò Inclusivo della Comunità di don Benzi.
La piattaforma digitale ed educativa sarà spendibile nelle scuole, parrocchie, ludoteche, oratori e nelle famiglie, per imparare la Lingua dei Segni giocando. Sarà uno strumento in costante aggiornamento ed arricchito con nuove realizzazioni multimedia messe a disposizione gratuitamente ed usufruibili da tutte le persone interessate, oltre che ad educatori, professori, operatori, assistenti, famigliari, operatori pastorali.
«Riteniamo sia uno strumento molto valido per l’educazione, pensato per dare alcuni passi verso l’accessibilità e la comunicazione, attraverso i mezzi più utilizzati in questi tempi. – continua Ramonda – E’ inoltre uno strumento di sensibilizzazione per tutta la società, un contributo in più per camminare verso una cultura dell’inclusione. Un mezzo a disposizione di persone con disabilità che non siano viste solo come oggetto di assistenza, ma come protagoniste per la costruzione di una comunità generativa, dove c’è un dare ed un avere nella gratuità»