Ci sono voluti pochi secondi per scuotersi e vibrare al ritmo passionale generato dai detenuti dalla Casa circondariale Regina Coeli di Roma che, in occasione della Festa della Musica, ha accolto la giornata conclusiva del progetto di musicoterapia Musica dentro condotto con sapienza e enorme trasporto da Silvia Riccio, musicoterapeuta dell’associazione MusicaMente.
“Un’esperienza di musica, suoni e movimento per essere creativi insieme e per essere suono; ognuno di noi ha il proprio suono. Un’esperienza che non si può descrivere ma che si porta nel cuore” ha detto Silvia Riccio introducendo l’evento.
Parole che risuonano dentro di noi e che velocemente si tramutano in fatti e forti emozioni. Di fronte a una sala colma di gente, una dozzina di detenuti, molto determinati e concentrati, ha trascinato il pubblico per un paio di ore.
Le loro performance sono anche il risultato di Musica dentro, un laboratorio di musicoterapia che si tiene nel carcere romano ormai dal 2014 e che gli permette settimanalmente di creare uno spazio di evasione, un modo per oltrepassare i muri stretti attorno a loro attraverso la musica e i linguaggi complementari cui dà vita.
Nella prima parte della mattinata, sotto la guida di Silvia Riccio e del brillante percussionista Massimo Ventricini, i ragazzi hanno letteralmente conquistato la platea con delle performance totali; corpi e voci che hanno fatto musica, canti e danze accompagnate dalle percussioni, piedi e braccia che scalpitano, si agitano in modo liberatorio per poi trovare un apice dapprima con il circle singing (cantare in cerchio) teneramente diretto da Chiara Cortez e infine con una canzone “Noi vogliamo dire che siamo ancora vivi” pensata e scritta dai ragazzi del Regina Coeli sulla falsa riga di We will rock you dei Queen.
Successivamente è la volta delle travolgenti esibizioni con tubi sonori, sound shipes e con una meravigliosa body percussion, tutto magistralmente preparato insieme ai ragazzi e diretto da Mauro D’Alessandro dell’associazione Cemea. La temperatura emozionale era già alta e a quel punto si è già al momento tutti a bordo, tutti insieme, tutti coinvolti. E’ il miracolo che la musica sistematicamente assicura quando partendo dal silenzio interiore e abbattendo ogni diversità esterna vibrano le emozioni e palpita il cuore all’unisono.
La mattina, già strapiena di commozione, si conclude in crescendo con Nando Citarella, i Cymbalus & Equivox, Ilaria Caruso e la Compagnia Pulcinellarte che deliziano i presenti con divertentissimi sketch teatrali e deliziosi suoni e canti della tradizione popolare napoletana.
Una ciliegina sulla festa che oggi per noi è anche la festa del cuore, del rispetto, della riconciliazione ed è una speciale festa della musica.
La musica che, nei ringraziamenti conclusivi, gli stessi detenuti hanno definito come “un viaggio lontano da qui … un viaggio dentro di noi”.