Una valutazione che resta provvisoria e dovrà essere verificata nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
Sugli ultimi sviluppi siriani è tornato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, sostenitore del piano dell’inviato speciale in Siria di Onu e Lega Araba. Parlando da Washington, dove si trova per un vertice internazionale, Lavrov ha chiesto a paesi arabi e occidentali di abbassare i toni, di non incoraggiare l’opposizione e di tener presente come obiettivo quello di portare a un tavolo negoziale tutte le espressioni della società siriana. Il capo della diplomazia russa non ha escluso “provocazioni” e violazioni della tregua, per questo motivo ha sottolineato l’importanza di dispiegare quanto prima una missione di osservazione internazionale.
Di una generale calma nei tradizionali epicentri del confronto armato hanno parlato sia l’Osservatorio siriano dei diritti umani – organizzazione con base a Londra che di fatto è una delle principali fonti utilizzate dalla comunità internazionale per l’elaborazione di bilanci del conflitto – e i Comitati locali di coordinamento. Da Hama a Homs, Idlib e Daraa, ma anche Damasco e Aleppo finora sono arrivate conferme sul rispetto della tregua sebbene sia anche stata segnalata la presenza di truppe militari. Fonti della MISNA a Latakia hanno riferito che anche la televisione di Stato siriana ha a sua volta parlato di una generale calma.
Il piano di Annan prevede il cessate-il-fuoco, l’avvio di un tavolo negoziale inclusivo, l’apertura di corridoi umanitari, la liberazione dei prigionieri politici, il libero accesso ai giornalisti e la possibilità di tenere manifestazioni pacifiche.