La prima: che lo stato italiano stia partecipando da dieci anni a una guerra abominevole. E da parte della generalita’ della popolazione italiana l’assuefazione alla guerra, che e’ complicita’ con la guerra: la guerra che uccide esseri umani.
La seconda: che lo stato italiano continui ad attuare una selvaggia persecuzione razzista nei confronti dei migranti. E da parte della generalita’ della popolazione italiana l’assuefazione al razzismo, che e’ complicita’ col razzismo: il razzismo che vessa, umilia, tortura e uccide esseri umani.
Da dieci anni l’Italia partecipa alla guerra in Afghanistan. Una guerra terrorista e totalitaria. Una guerra imperialista e razzista. Una guerra di cui nessuno conta piu’ le vittime tra la popolazione afgana, cosi’ immenso e’ il numero dei morti, dei mutilati, dei torturati, delle persone ridotte alla piu’ estrema privazione, alla miseria e alla disperazione.
Una guerra alla quale l’Italia non avrebbe mai dovuto prender parte, poiche’ tale partecipazione e’ palesemente illegale per la nostra Costituzione, palesemente in conflitto col diritto internazionale, palesemente complice di innumerevoli indicibili orrori.
Dieci anni di stragi, e nel nostro paese una desensibilizzazione tale che neppure la morte dei nostri connazionali – su cui i mass-media non possono tacere, come tacciono invece sulle uccisioni degli afgani – scuote le coscienze dal torpore, dall’acquiescenza al male.
E da oltre dieci anni l’Italia attua una feroce persecuzione razzista nei confronti dei migranti: facendoli morire in mare, lasciandoli in condizioni di schiavitu’ nelle mani dei poteri criminali, recludendoli senza che abbiano commesso alcunche’ di male, deportandoli e riconsegnandoli all’orrore e agli aguzzini da cui erano fuggiti.
Una violenza razzista che confligge anch’essa col dettato della nostra Costituzione.
Una violenza razzista che rende la politica dello stato italiano (e dell’Unione Europea) semplicemente hitleriana. E bisogna essere ciechi per non vederlo.
Ma contro la partecipazione italiana alla guerra afgana quasi nessuno dice una parola, quasi nessuno compie un gesto.
E contro la persecuzione razzista nel nostro paese troppo poco si fa.
Questa autentica complicita’ di massa nel nostro paese con la guerra assassina e con la persecuzione razzista: nulla suscita in me una maggiore indignazione, nulla suscita in me un orrore piu’ grande.
Due cose occorre fare.
La prima: ottenere l’immediata cessazione dell’illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra.
La seconda: ottenere l’immediata abrogazione di tutte le illegali e criminali misure razziste.
Altrimenti non vi e’ ne’ democrazia, ne’ stato di diritto, ne’ civile convivenza, ma solo orrore e infamia, e complicita’ con l’orrore e con l’infamia.
Se non ci opponiamo efficacemente alla guerra, se non ci opponiamo efficacemente al razzismo, se non riusciamo a far tornare il nostro governo e il nostro parlamento e il nostro paese al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani – in primo luogo il diritto a non essere uccisi – che cosa ne e’ piu’ della nostra stessa dignita’ di persone e di cittadini, che cosa ne e’ piu’ della nostra stessa umanita’?