Appello al Segretario di Stato degli Stati Uniti e al Ministro degli esteri della Russia
L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha inviato un appello urgente al Segretario di Stato degli USA e al Ministro degli esteri della Russia per chiedere la partecipazioni dei rappresentanti kurdi alla conferenza sulla Siria in programma per il 22 gennaio in Svizzera. Secondo l’APM una pace duratura in Siria può essere raggiunta solo tenendo in conto gli interessi di tutti i gruppi di appartenenza della popolazione del paese. I Kurdi sono la maggiore minoranza etnica della Siria e insieme ai Cristiani assiro-aramei costituiscono poco meno del 20% della popolazione siriana e sono quindi un importante interlocutore per la pacificazione e la democratizzazione del paese distrutto dalla guerra civile. In questo senso è importante non cedere alle pressioni della Turchia che vuole escludere la rappresentanza kurda dalla conferenza: bisogna invece consentire la partecipazione alla conferenza dell’Alto Consiglio dei Kurdi come partner autonomo e indipendente.
Nonostante l’attuale e perdurante catastrofe politica, militare e umana in Siria e nonostante decenni di persecuzioni e discriminazioni sotto il regime di Assad, i Kurdi e i loro vicini cristiani sono perlopiù riusciti a non farsi trascinare nella sanguinosa guerra civile siriana che in alcuni momenti ha assunto i tratti di una guerra religiosa e in altri quelli di una guerra di potere.
Nelle regioni a maggioranza kurda e cristiana della Siria settentrionale si sono rifugiati molti profughi kurdi (musulmani e yezidi), cristiani e arabi sunniti. Ampie aree di queste zone sono però rimaste isolate dal mondo esterno a causa dei blocchi operati sia da truppe ribelli islamiche sia da gruppi armati pro-governativi a sud e dall’esercito turco a nord. L’esercito turco blocca inoltre gli aiuti umanitari diretti nelle aree kurdo-cristiane della Siria.
La maggioranza dei circa 3 milioni di Kurdi della Siria è rappresentata dall’Alto Consiglio dei Kurdi. Si tratta di un’organizzazione costituitasi nel 2013 grazie alla mediazione del presidente dello stato federale kurdo dell’Irak Masud Barzani e che raccoglie le maggiori organizzazioni kurde.