Il terrapiattismo è uno dei fenomeni più curiosi e singolari degli ultimi anni. Sicuramente non ha bisogno di presentazioni poiché, prima o poi, tutti ci siamo imbattuti in qualche buffo blog o video in cui si vedono delle persone che – spacciandosi per divulgatori scientifici alternativi – forniscono una serie di prove che dovrebbero (a loro detta) mettere in discussione la sfericità della terra, sostenendo che si tratti di un enorme complotto ai danni dell’intera umanità per delle ragioni che essi stessi stentano a comprendere e a spiegare. Si tratta, in genere, di persone tutt’altro che preparate che si esibiscono in una serie di evidenti vaneggiamenti supportati da qualche fantasiosa teoria cospirazionista.
Quello che più colpisce, guardando alcuni dei tanti tristi documenti a riguardo, è una sorta di sordità intellettuale patologica, che sembrerebbe colpire i sostenitori di questa teoria privandoli apparentemente della capacità di prendere in considerazione qualsiasi argomentazione razionale, che possa mettere in discussione il proprio punto di vista neo-medievale sulla natura dell’universo. In sintesi le cose stanno così perché stanno così, e questo è tutto.
Ma la cosa che colpisce di più di questo fenomeno e che – col passar del tempo – si sia creata una sorta di diatriba tra i sostenitori delle due differenti teorie. Girando per il web si incontrano una miriade di siti, documentari, articoli ecc. che puntano a dimostrare il fatto che la terra sia effettivamente sferica. Per il solo fatto che che la teoria della “terra piatta” sia stata abbondantemente diffusa in rete, la reazione che ha prodotto è una sorta ridicolo dibattito tra i sostenitori di una teoria e dell’altra.
E’ come se, improvvisamente, gli scienziati si mettessero a discutere sul fatto che i maiali volino o meno, o sul fatto che babbo natale esista o no, riportando con disinvoltura le lancette della storia indietro di svariati secoli. Praticamente l’ampia diffusione data alla notizia ha costituito una sorta di “legittimazione” di questa bislacca teoria. In breve tempo il terrapiattismo, che fino a qualche anno fa sarebbe potuto essere sostenuto soltanto da un gruppo ridotto di persone con ovvii disturbi cognitivi, ha guadagnato la dignità di teoria, trovando – inaspettatamente – un buon numero di sostenitori tra la popolazione.
In sintesi, chiunque si sarà divertito ad inventare questo arguto esperimento sociologico, avrà potuto notare che è possibile indurre una parte dell’opinione pubblica, a credenze in grado di prescindere da qualsiasi argomentazione logica, da qualsiasi ragionevolezza o prova evidente e – soprattutto- da qualsiasi dato a disposizione. Questo potrebbe aprire un campo di indagine notevole che sicuramente non sarà sfuggito a chi ha un qualche interesse nel capire come sia possibile influenzare le credenze dell’opinione pubblica.
La narrazione che si sta facendo degli avvenimenti che sta attraversando il Venezuela in questo ultimo periodo ed il modo in cui il mainstream sta trattando l’argomento si inserisce in un contesto più o meno simile, pur se con delle differenze sostanziali (soprattutto rispetto alle conseguenze catastrofiche che potrebbe produrre). E’ davvero stupefacente constatare come la manipolazione dell’informazione sia potuta avvenire a livelli così evidenti e palesi, non tenendo conto apparentemente di alcuna logica e delle più elementari relazioni di causa-effetto.
In sintesi la narrazione ufficiale degli avvenimenti, che la stragrande maggioranza della popolazione accetta acriticamente è la seguente: In Venezuela si è installato un terribile regime dittatoriale guidato da Maduro, che sopprimendo la democrazia per interessi personali sta opprimendo ed affamando la popolazione. Juan Guaidò, un coraggioso dissidente politico, ha osato sfidare il regime e, appoggiato dagli stati più democratici, sta tentando di riportare la pace sociale ed il benessere. Si è autoproclamato presidente e, con l’appoggio della popolazione, sta tentando di cambiare la situazione, rovesciando il regime. Un gruppo di stati canaglia (capitanati dalla Russia) sta appoggiando il dittatore poiché – attraverso di lui – sperano di guadagnare il controllo di un paese ricco di risorse petrolifere.
E’ evidente che, presentando la notizia in questo modo, la totalità della popolazione progressista non avrà alcun dubbio su come schierarsi. Quello che, però, sfugge alla maggior parte degli osservatori, è che praticamente tutti gli elementi forniti da questa narrazione degli eventi, siano evidentemente non veri, non completamente esatti o – talvolta – assolutamente inventati. La cosa più triste è che i dati per rendersi conto che si tratta di una “truffa informativa” sono palesemente tutti all’interno delle informazioni ufficiali. Come non c’è bisogno di costruirsi un razzo ed andare in orbita per provare che la terra sia – effettivamente – sferica, non c’è bisogno di trovare strane fonti di informazione alternativa per rendersi conto che la narrazione degli eventi che si fa di ciò che sta accadendo in Venezuela in questi giorni sia quasi completamente inventata.
Partiamo dalle cose più evidenti analizzando la situazione punto per punto. I giornali non hanno alcun problema a definire Maduro “il Dittatore del Venezuela”. Ma da dove prendono questa informazione? In Venezuela ci sono state delle regolari elezioni, al termine delle quali Nicolas Maduro è stato eletto Presidente. Da quando un presidente regolarmente eletto può essere definito un dittatore? L’ONU ha riconosciuto senza alcun problema le elezioni in Venezuela del 14 Aprile 2013. Per togliere ogni dubbio, agli inizi di Febbraio 2019, il consiglio di sicurezza dell’ONU, interpellato sulla questione, ha ribadito la sua posizione riconoscendo ancora una volta Nicolas Maduro come il Presidente legittimo e costituzionale del Venezuela. Per cui le possibilità sono soltanto due: o il consiglio si sicurezza dell’ONU è un organismo corrotto che appoggia apertamente le dittature oppure la definizione della quasi totalità dei mezzi di informazione è falsa e basata sul nulla. A questo punto si pone la seconda domanda: per quale motivo la quasi totalità della stampa si riferisce a Maduro come un dittatore se non c’è alcun elemento a favore di questa tesi?
Passiamo all’eroe della narrazione. Quando il signor Juan Guaidò che si è “coraggiosamente” autoproclamato Presidente ad interim del Venezuela, ricopriva l’incarico di Presidente dell’assemblea nazionale, ottenuto nel Gennaio 2019. In quale paese controllato da una dittatura un membro dell’opposizione può venire eletto e ricoprire una carica pubblica riconosciuta? Probabilmente chi parla del Venezuela come di una dittatura non ha alcuna idea di cosa sia una dittatura. Come è possibile che una contraddizione così evidente possa non saltare all’occhio di chi si occupa di informazione? Permettetemi di escludere la distrazione tra le possibili cause.
Inoltre, come può in questa situazione, un gruppo di paesi riconoscere un presidente autoproclamato in questo modo?
Cosa succederebbe, ad esempio, se a seguito dei disordini sorti in Francia recentemente e repressi violentemente dalla gendarmeria, un qualsiasi politico francese si fosse autoproclamato presidente chiedendo alla comunità internazionale di riconoscerlo al posto di Macron? Quale paese avrebbe mai potuto prendere seriamente una richiesta tanto ridicola? La risposta è semplice: nessuno. Probabilmente chi avesse avanzato una tale pretesa sarebbe stato arrestato dopo un quarto d’ora e, ancora più probabilmente, rinchiuso in qualche manicomio.
Rispetto all’impoverimento del paese di cui Maduro sarebbe l’artefice, come è possibile che non ci si domandi quali siano le cause che hanno portato il Venezuela, un paese con delle risorse minerarie e petrolifere inimmaginabili, a una situazione di penuria economica?
Come è possibile che i giornali occidentali non mettano in relazione il peggioramento delle condizioni economiche del Venezuela con la politica di boicottaggio e di embargo che gli USA hanno imposto in questi anni? Come è possibile, inoltre, non mettere in evidenza il fatto che questa sorta di waterboarding economico sia stato pianificato a tavolino al fine di rovesciare il governo con l’obbiettivo di prendere il controllo delle suddette risorse? Se questo accadesse per la prima volta nella storia, sarebbe comprensibile che qualcuno possa non aver notato il meccanismo. Ma considerando che oramai è divenuta una procedura praticamente standard che gli USA hanno adottato praticamente in ogni occasione, quale oscuro motivo non permette ai nostri formatori di opinione di accorgersene?
Questa strategia di impoverimento è utilizzata nelle guerre di conquista ormai da migliaia di anni, ed è conosciuta con il nome di “assedio”. Per esserne a conoscenza basta aver frequentato le scuole elementari. La procedura è molto semplice: si chiudono le vie di accesso delle risorse ad un paese, e si attende pazientemente che gli abitanti inizino a morire di fame. A quel punto il gioco è fatto… le persone apriranno le porte e faranno entrare l’esercito nemico, che potrà impadronirsi del regno.
Un’altro aspetto che potrebbe far sorridere, se la situazione non fosse tanto drammatica per milioni di persone, è la ridicola storia – che ha riempito le pagine dei giornali per diversi giorni, rispetto al fatto che il governo abbia rifiutato di far entrare gli aiuti umanitari così tanto generosamente messi a disposizione dagli Stati Uniti e che sarebbero dovuti entrare dalla frontiera con la Colombia. Come è possibile che un uomo sia così senza cuore da non permettere che qualcuno dia da mangiare al suo povero popolo affamato? Una bella fila di camion erano pronti per entrare dalla frontiera. Probabilmente, se fosse stato un film di Hollywood, quei camion avrebbero veramente contenuto cibo e medicine per assistere la popolazione. Trattandosi – ahimè- della realtà, e soprattutto considerando che le stesse inviando lo zio d’America in persona, è assai più probabile che quella enorme fila di mezzi contenesse, oltre ovviamente a cioccolato e caramelle inviate da Santa Claus, armi e munizioni per permettere ai gruppi infiltrati di sovvertire il governo di portare a compimento il proprio piano. Questo espediente era già vecchio probabilmente già ai tempi del cavallo di Troia, e non è difficile immaginare che i generali dell’esercito venezuelano abbiano nutrito qualche sospetto.
La lista delle evidenze potrebbe allungarsi a dismisura, ma probabilmente a nulla servirebbe continuare, poiché esattamente come quando si ha a che fare con coloro che affermano che la terra sia piatta, qualsiasi argomentazione razionale potrebbe essere ribaltata senza necessità di un vero confronto.
Nonostante tutto la stampa continuerà a raccontare la stessa favola e noi continueremo a crederci. Continueremo a pensare che i nostri valorosi eserciti occidentali vadano in giro per il mondo a portare la pace, la democrazia e la prosperità battendosi per i diritti dei popoli e per gli ideali di libertà.
C’è un gioco, probabilmente vecchissimo, che si fa con i bambini. Questo gioco si chiama (almeno dalle mie parti) Bu-bu séttete. Il funzionamento è più o meno questo: Ci si mostra al bambino, dopodiché ci si copre il volto con le mani – oppure avvalendosi di un qualsiasi oggetto a guisa di paravento. Dopo qualche secondo ci si scopre il viso e si grida: Bu bu settete! A quel punto il bambino (generalmente) si mette a ridere, talvolta si spaventa e in ogni caso ha quasi sempre una reazione di stupore, poiché nei pochi secondi che ci si è nascosti, quest’ultimo ha dimenticato che noi eravamo la. Questo per via del fatto che i suoi meccanismi cognitivi e la sua memoria a breve termine e la capacità di mettere in relazione i dati, è ancora poco sviluppata. Generalmente dopo alcuni mesi di vita e dopo aver ripetuto l’operazione diverse volte, il bambino smette di apprezzare il gioco, poiché acquisisce la capacità di ricordare che – nonostante non ci abbia visto per qualche secondo – noi siamo ancora li, dietro le nostre stesse mani. Non reagire più al gioco del Bu-bu settete è un indicatore abbastanza importante dello sviluppo del bambino.
Per qualche strano motivo, sembrerebbe invece che – come specie – stiamo perdendo questa capacità di mettere in relazione i dati più semplici, e nonostante gli avvenimenti storici si ripetano spesso allo stesso modo, reagiamo sempre- a livello collettivo – come se fosse la prima volta che si verificassero.
A questo punto credo che una delle opzioni percorribili potrebbe essere quella di far finta di niente, e continuare a credere che tutto vada per il verso giusto. Personalmente credo che opterò per accettare le verità del mainstream e premierò questa mia decisione concedendomi una crociera . Sperando – ovviamente – che la mia nave non giunga al bordo del disco che costituisce nostro pianeta e che io non abbia a precipitare nel vuoto, fino a cadere sulle ginocchia del gigante che lo sostiene.
Sandro Curatolo è un membro del Movimento Umanista dal 1993.
Presidente dell’associazione “La Svolta Umanista” è da sempre impegnato sui temi della libera informazione e dei diritti umani. Musicista e autore di testi, dal 2014 vive e lavora a Praga.