Amnesty International, Medecins Sans Frontieres France, GISTI – Groupe d’information et de soutien des immigrés, Ligue des droits de l’Homme, La Cimade, Avocats sans Frontieres, Associazione Studi Giuridici Immigrazione (ASGI) e Migreurop hanno chiesto a un tribunale francese di giudicare illegale la decisione del governo di Parigi di donare sei navi alla Marina libica, di cui fa parte anche la Guardia costiera del paese nordafricano.
Le otto organizzazioni non governative hanno chiesto che la consegna sia sospesa, ritenendo che quelle navi potrebbero essere usate per intercettare rifugiati e migranti in mare e riportarli in Libia, dove subirebbero gravi violazioni dei diritti umani.
“Consegnare navi alla Guardia costiera libica già è un atto sconsiderato e illegale ma farlo ora, mentre il conflitto armato in Libia s’intensifica, è più che mai vergognoso e irresponsabile“, ha dichiarato Massimo Moratti, direttore regionale per la ricerca sull’Europa di Amnesty International.
“Se portata a termine, la donazione renderebbe le autorità francesi complici nell’intrappolamento di migliaia di uomini, donne e bambini in un paese dove subiscono estorsioni, sono arrestati arbitrariamente e vengono torturati“, ha aggiunto Moratti.
“Invece di collaborare con le autorità libiche a fermare le persone che cercano di attraversare il Mediterraneo e a trattenerle in Libia, la Francia e gli altri stati europei dovrebbero assicurare percorsi sicuri per coloro che fuggono dalla violenza e chiedere alle autorità libiche di rilasciare immediatamente tutti i migranti e i rifugiati dagli orribili centri di detenzione del paese“, ha sottolineato Moratti.
La donazione delle navi violerebbe l’embargo europeo sulle forniture militari alla Libia e il Trattato internazionale sul commercio di armi che vieta i trasferimenti di armi a paesi in cui potrebbero essere usate per compiere o favorire atrocità.
Ulteriori informazioni
La donazione delle sei navi è stata annunciata a febbraio dal ministro della Difesa francese. Le otto organizzazioni non governative chiedono la sospensione della decisione in via precauzionale, fino a quando il tribunale amministrativo deciderà, entro 48 ore, se la donazione è legale.
Questo è il secondo caso in cui Amnesty International si rivolge ai tribunali riguardo alla cooperazione per esternalizzare i controlli di confine alle autorità libiche.
L’altro caso riguarda la decisione dell’Italia di destinare 2.500.000 euro di fondi della cooperazione al sostegno delle attività di controllo delle frontiere e dell’immigrazione delle autorità libiche, tra le quali la riparazione di quattro imbarcazioni, precedentemente donate dall’Italia, dell’Amministrazione generale per la sicurezza delle coste e la formazione di quest’ultima.
Il ricorso italiano, presentato insieme all’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, al Consiglio europeo per i rifugiati e gli esiliati e alla Commissione internazionale dei giuristi, sarà esaminato dal Consiglio di stato nel corso dell’anno.