Il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha rifiutato di paragonare gli atti di violenza dell’opposizione al governo siriano con gli “assassini premeditati” della “macchina militare” governativa del presidente Bashar Al Assad.
Il cancelliere russo, Serguiei Lavrov, pur ammettendo che Al Assad “ha un’enorme responsabilità” nel conflitto, ha tuttavia sottolineato che non si tratta unicamente di repressione di civili e che i soldati “non lottano contro gente disarmata bensì contro gruppi armati, estremisti e terroristi come Al Qaeda”.
Il conflitto in Siria è iniziato un anno fa con le proteste contro il governo di Assad contemporaneamente all’ondata rivoluzionaria ormai nota come “primavera araba”. La crisi ha assunto tratti più violenti quando alla repressione si è sommata l’apparizione di un’insurrezione armata. Le stime dell’ ONU ad oggi parlano di oltre 7.500 morti.
La comunità internazionale si è divisa: gli Stati Uniti e gli alleati europei denunciano la responsabilità del governo e la necessità di porre fine alla repressione mentre Russia e Cina si interrogano sui mezzi e gli obiettivi dell’opposizione.
Mentre tutti sono d’accordo sul fatto che sia imprescindibile mettere fine agli atti di violenza, Mosca e Pechino rifiutano qualsiasi tipo di intervento militare straniero per aiutare gli oppositori a rovesciare il governo di Al Assad, mentre gli Stati Uniti e gli alleati, pur non avendo ancora proposto una campagna di intervento, affermano che è urgente implementare misure drastiche.
La riunione del Consiglio di Sicurezza è stata aperta dal Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon, il quale ha esortato il raggiungimento di una posizione comune su come aiutare la Siria “a scongiurare una catastrofe ancora più grave”, come informano fonti CNN.
Ad Ankara, capitale turca, l’inviato di pace dell’ONU e rappresentante della Lega Araba, Kofi Annan, ha espresso profonda preoccupazione per l’ondata di violenza che sta travolgendo il paese siriano affermando che la comunità internazionale deve inviare un chiaro messaggio chiedendo la fine immediata della mattanza di civili.
Annan ha lasciato domenica la Siria dopo essersi riunito con Al Assad nell’ambito di ciò che aveva già definito “una missione difficile” nel tentativo di negoziare possibili soluzioni del conflitto. Annan, predecessore di Ban Ki-moon come segretario generale delle Nazioni Unite, si è poi riunito lunedì con il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, dopo aver intrattenuto dialoghi in Qatar e si prevede un incontro questo martedì con gli oppositori siriani di Ankara. “Ci sono rapporti gravissimi e orrendi sulle atrocità e gli abusi commessi. La mattanza di civili deve finire immediatamente. Il mondo deve inviare un messaggio chiaro in questo senso” ha dichiarato Annan ai giornalisti della capitale turca.
L’inviato ha aggiunto che il processo diplomatico potrebbe durare a lungo. “ E’ una situazione molto complessa. Continueremo a insistere affinché si dia accesso agli aiuti umanitari, per arginare la morte di civili e per riaprire un tavolo di trattative al fine di trovare una soluzione politica” ha dichiarato.
Russia e Cina hanno già posto il veto lo scorso anno a due progetti di risoluzione presentati dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU argomentando che i testi, appoggiati dagli Stati Uniti, condannavano solamente il governo per le violenze e chiedevano che cessassero gli attacchi unicamente da parte delle forze di Al Assad e non da parte dell’opposizione.
I tre membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, USA, Francia e Regno Unito, risposero con più aspre critiche al governo siriano ed esortarono Mosca e Pechino a rivedere le loro posizioni.
“Dopo mesi di blocco, faccio appello a Cina e Russia affinché ascoltino la voce del popolo arabo e chiedo alla comunità internazionale ad unirsi a noi” ha dichiarato il Cancelliere francese Alain Juppé.
Ma Lavrov ha mantenuto il suo rifiuto circa un’azione “unilaterale” delle Nazioni Unite reiterando la condanna agli attacchi aerei della NATO in Libia per giustificare il suo rifiuto ad un intervento militare in Siria. Il cancelliere russo ha criticato anche gli sforzi per “formulare esigenze precipitose di un cambiamento di regime ed imporre sanzioni unilaterali che causano difficoltà economiche e tensioni sociali e indurrebbero quindi l’opposizione a continuare lo scontro con le autorità invece di promuovere il dialogo”.
Tutte queste azioni, ha aggiunto Lavrov, “sono ricette rischiose di ingegneria geopolitica che portano unicamente ad un inasprimento del conflitto”.
Tradotto da Eleonora Albini