Il primo ministro e il presidente israeliano Simon Peres, sono stati ricevuti da Barack Obama che ha confermato tutto il suo appoggio per continuare ad esercitare pressione sul governo di Mahmud Ahmadineyad.
Le sanzioni economiche e il blocco che sta subendo l’Iran causano una scarsità di beni alimentari primari e di medicine, come già accaduto in Iraq, con le conseguenze sulla popolazione civile che già conosciamo.
**Attentati**
Gareth Porter, in GlobalResearce esamina gli attentati accaduti a Delhi, Bangkok e Tbilisi rapidamente presentati come attentati ai diplomatici israeliani; tuttavia le prime perizie sembrano escludere la pista iraniana e vertere sul possibile auto-attentato orchestrato dai servizi segreti di Israele per fomentare la rabbia nei confronti dell’Iran e promuovere il consenso internazionale e nazionale di un attacco nucleare alla Repubblica Islamica.
Di fatto, gli attentati hanno avuto lo stesso modus operandi di quello utilizzato nelle uccisioni di scienziati iraniani e cioè con la collocazione di bombe magnetiche nell’auto alla quale si avvicinano le vittime. L’ultimo caso è accaduto a metà gennaio, con il silenzio complice dei media.
**Armi nucleari**
Con una posizione assolutamente schizzofrenica Barack Obama sostiene ancora che sia possibile trovare soluzioni diplomatiche al conflitto con l’Iran mentre il suo appoggio alle politiche israeliane in Palestina e la sua costante aggressività nel confronto del governo iraniano mostrano tutt’altro; ovvero, che sia disposto a cedere alla pressione dei repubblicani e della lobby sionista statunitense che forzano la mano per ottenere la punizione massima contro un paese che chiamano “malvagio” e “corrotto”.
Pepe Escobar, in Asia Times ha cercato di decifrare le parole del presidente afro-americano e le sue reali intenzioni, nonché se fosse lui a definire le politiche o se le politiche venissero definite esternamente.
Anche Noam Chomsky ha scritto sul pericolo di un imminente attacco contro l’Iran. Secondo le sue analisi in molti hanno la percezione che il Medio Oriente sarebbe un’area molto più sicura se l’Iran avesse le armi nucleari che dissuaderebbero certi poteri. Di fatto, la percezione più diffusa è che non sia la Repubblica Islamica la vera minaccia ma Israele e Stati Uniti.
Afferma Noam Chomsky: “Uno dei principali analisti israeliani, Zeev Maoz, in “Difesa della Terra Santa” (analisi completa della politica estera e di sicurezza di Israele) conclude che il saldo della politica nucleare del paese è decisamente negativo, dannoso per la sicurezza dello stato stesso. Inoltre, Maoz invita Israele a cercare un trattato regionale di proscrizione delle armi di distruzione di massa, creando una zona franca, come chiesto dalla risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite”, scrive Chomsky spiegando il fallimento delle politiche di sicurezza del governo israeliano che generano unicamente destabilizzazione e malessere ai paesi vicini.
**Prudenza**
La delicata situazione richiede la massima prudenza. Ahmadineyad, Peres, Netanyahu, Obama, Jamenei finora non hanno dimostrato di essere inclini al dialogo e della reciproca comprensione; chissà se in questo senso l’avvicinamento al governo israeliano di Cina e India servirà a rivedere le decisioni. Di fatto il presidente Ahmadineyad è l’unico che non ha aggredito altri paesi durante il suo governo, è quindi improbabile che intenti ora un’azione militare. Ciò che resta da vedere è se la propaganda della comunicazione arriva a legittimare le versioni insidiose che causano la passività delle persone di buon cuore.
Come diceva Martin Luther King “Il preoccupante non è la perversione dei malvagi ma l’indifferenza dei buoni”.
Tradotto da Eleonora Albini