Continuano a guadagnare terreno nelle due città di Ramadi e Falluja, provincia occidentale di Al Anbar, i miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Lo riferiscono fonti concordanti presenti sul territorio, teatro da quattro giorni di scontri a fuoco e combattimenti contro le truppe regolari e uomini delle tribù locali, intervenuti su richiesta delle autorità irachene.
I combattimenti sono iniziati lunedì scorso nell’area di Ramadi, quando le forze di sicurezza hanno rimosso con forza un accampamento dove da oltre un anno sostavano i manifestanti sunniti contrari al governo sciita di Nuri al Maliki.
I capi tribali hanno riferito di aver causato numerose vittime tra le fila nemiche nelle ultime ore, tra cui il capo stesso del movimento, l’emiro Abu Abderrahmane al Baghdadi. I combattenti del gruppo legato ad Al Qaeda e attivo anche nella vicina Siria, dal canto loro affermano di essere avanzati stamane al termine di violenti scontri a fuoco all’interno della città di Ramadi.
La provincia di Al Anbar, a maggioranza sunnita, è divenuta negli ultimi mesi l’epicentro delle contestazioni della comunità sunnita irachena che contesta ad Al Maliki e al suo esecutivo – sostenuto da Iran e Stati Uniti – di discriminazioni e abusi di potere.