La situazione a Bangui è sempre più grave.
Si combatte vicino all’aeroporto e a PK5, a 5 chilometri dalla città, ma ci sono scontri in tutta la città, anche vicino al Centro pediatrico.
Il nostro lavoro sta diventando sempre più difficile.
Stiamo organizzando turni molto lunghi perché lo staff nazionale ha gravi difficoltà a raggiungere l’ospedale a causa della pericolosità delle strade. Per la stessa ragione stanno arrivando pochissimi pazienti: anche le organizzazioni umanitarie che fino a due giorni fa portavano i malati al Centro hanno diminuito i trasporti per ragioni di sicurezza.
Al Complexe pédiatrique, l’ospedale pediatrico pubblico dove lavora con il nostro team chirurgico, la corsia è piena, ma non possiamo dimettere i pazienti perché non potrebbero affrontare il viaggio per motivi di sicurezza.
Stamattina abbiamo ricevuto un bambino di 7 anni con ferite da arma da fuoco: è morto all’arrivo. Anche la madre è in condizioni gravissime in un altro ospedale della città.
A causa dei combattimenti, anche gli approvvigionamenti sono diventati difficili. Abbiamo fatto scorte di cibo per noi e per i pazienti del Centro pediatrico e da qualche giorno stiamo rifornendo anche l’ospedale pubblico che ha chiesto aiuti alimentari.
Emergency è in Repubblica Centrafricana dal 2009, con un Centro pediatrico che offre cure gratuite ai bambini fino ai 14 anni di età.
Da marzo 2013, subito dopo il colpo di stato, un team di Emergency specializzato in chirurgia di guerra lavora al Complexe pédiatrique, unico ospedale pediatrico pubblico, dove ha rimesso in funzione le sale operatorie e garantisce l’assistenza chirurgica.