Il Rapporto contiene informazioni scomode in quanto verificate sul campo, a differenza di quelle che quotidianamente ci giungono attraverso i mass media. Ecco perché nessuno voleva tradurlo e pubblicarlo. Gilles Jacquier – il giornalista francese ucciso in Siria – rientra appunto in questa categoria delle informazioni “scomode” e da dimenticare in quanto rompono lo schema narrativo consolidato sul conflitto in corso.
Nella sezione “Monitoraggio e osservazione della cessazione di ogni violenza” si evince che l’operazione degli osservatori è stata molto positiva, svolgendo quel ruolo terzo che in vari casi è servito a rimuovere le esasperanti e violente contrapposizioni. L’opposizione siriana ha potuto svolgere un ruolo importante ed è stata ripetutamente ascoltata, documentando e portando le proprie prove. Non è vero che gli osservatori sono stati inutili o di parte. Hanno anzi svolto un ruolo di garanzia delle verifiche grazie alla eterogenea loro composizione.
Si legge ad esempio nel rapporto: “Gli osservatori sono stati testimoni di atti di violenza perpetrati da forze governative e ad uno scambio di fuoco con elementi armati a Homs e Hama. Come risultato delle insistenze della missione per una totale fine della violenza e il ritiro di veicoli e attrezzature dell’esercito, questi sono stati ritirati. I rapporti più recenti della missione indicano una situazione considerevolmente più calma su entrambe le parti in campo”.
Proseguendo troviamo, oltre alle violenze del regime, anche quelle degli insorti armati: “A Dera’a e Homs, la Missione ha visto gruppi armati commettere atti di violenza contro le forze governative, causando morti e feriti nelle loro file. In certe situazioni, le forze governative hanno risposto agli attacchi condotti con forza contro di loro. Gli osservatori hanno notato che alcuni dei gruppi armati stavano usando razzi e proiettili perforanti”.
E anche:
“A Homs, Hama e Idlib, le missioni degli osservatori hanno assistito ad atti di violenza commessi contro Forze governative e civili, che hanno causato diversi morti e feriti. Esempi di tali atti includono il bombardamento di un autobus di civili, che ha ucciso otto persone e ferito altri, tra cui donne e bambini, e il bombardamento di un treno che trasportava gasolio. In un altro incidente a Homs, un autobus della polizia è stato fatto saltare in aria, uccidendo due ufficiali di polizia. Sono stati bombardati anche una conduttura di carburante e alcuni piccoli ponti”.
Fra le cose che il Rapporto evidenzia c’è anche la manipolazione dell’informazione: “La Missione – si legge – ha osservato che molti partiti hanno riferito falsamente di esplosioni o di violenze si erano verificate in diverse località. Quando gli osservatori sono andati in quei luoghi, hanno scoperto che quei rapporti erano infondati”. E anche: “La Missione ha inoltre osservato che, secondo le squadre in campo, i media hanno esagerato la natura degli incidenti, il numero di persone uccise in incidenti e le proteste in alcune città”.
Il rapporto è molto dettagliato e non può non colpire il fatto che un documento così importante per tanto tempo non sia stato tradotto e divulgato.