Il nome della città, Matera, deriva proprio dal termine madre (dal latino mater); nella madre risiede la fecondità, la generatività femminile e proprio dalla madre deve partire il riscatto collettivo contro la violenza così da poter mettere in campo una proficua educazione ai sentimenti.
Matera Capitale europea della cultura 2019: il prossimo 8 marzo sarò in un luogo storico, la Biblioteca della città dei Sassi, invitata da Alba Dell’Acqua, Vice Presidente Moica Nazionale, per un evento a favore del mondo femminile con la partecipazione della Consigliera regionale di parità della Basilicata Ivana Pipponzi che interverrà su “donne e discriminazioni”.
Il nostro percorso, mio e di Alba, è partito nel 2015 da Matera con lo slogan “Contro la violenza usiamo i sentimenti”, non solo parole accattivanti ma un progetto basato sulla rivalutazione della famiglia che in sinergia con la scuola può davvero adoperarsi per un cambiamento culturale. Prendendo spunto dal mio libro “Ho messo le ali”, ed. Rupe Mutevole, che nella sua seconda edizione mette maggiormente in luce il riscatto femminile e il ricatto sessuale senza scordare il dialogo con l’altro sesso, argomenteremo sui temi che ci sono cari: la famiglia, il ruolo della donna nella società, la casalinga, la madre. Temi che per loro caratteristica dovrebbero aiutarci a combattere le discriminazioni; una famiglia partecipativa alla vita dei figli crea basi solide, rafforza la buona considerazione di sé e pertanto aiuta a cadere più difficilmente nella rete dei ricattatori sessuali o del bullismo, tanto per citare due esempi purtroppo comuni.
La famiglia è il centro della nostra vita, lì la donna ha funzioni e compiti fondamentali come il prendersi cura, non solo dal punto di vista materiale ma anche psicologico, dei suoi membri. Sono principalmente le donne, anche se non casalinghe in forma esclusiva, a sostenere marito, figli, parenti nei momenti difficili come la malattia o il disagio dovuto a fatti contingenti: proprio la famiglia è diventata nei nostri incontri oggetto di interessanti riflessioni. Oggi chi si mette in coppia e progetta un nucleo familiare deve avere la piena consapevolezza della parità tra i generi, non si può più concepire una ripartizione rigida dei ruoli perché la donna quasi sempre lavora come l’uomo fuori casa e di conseguenza non è più possibile che porti il peso esclusivo del menage familiare.
Crediamo sia importante sottolineare il ruolo femminile e materno da nuovi punti di osservazione. Considerando la radice del nome stesso, Matera, che deriva proprio dal termine madre (dal latino mater), possiamo notare come la città si presti per sviluppare il nostro progetto. Nella madre risiede la fecondità, la generatività femminile e proprio dalla madre deve partire il riscatto collettivo contro la violenza. La madre è per sua natura accoglienza, caratteristica presente anche in chi non è madre biologicamente: la donna è madre “in potenza” e ciò la predispone all’accudimento, a quell’abbracciare che diventa il primo passo dell’educazione ai sentimenti. Educare ai sentimenti è prima di tutto far percepire l’affetto al proprio bambino attraverso il corpo a cui seguirà con la crescita la conoscenza dei valori. Quando il piccolo entrerà nel mondo della scuola avrà un bagaglio affettivo in grado di accompagnarlo nelle relazioni con gli altri ed è a quel punto che non deve interrompersi il flusso dei sentimenti. Non ci sono altre strade valide per combattere la violenza dilagante, a partire da quella verbale per giungere a quella fisica, se non l’amore percepito e vissuto quotidianamente, ciò alimenta l’atteggiamento nonviolento che non è, ricordiamolo, sottomissione a chi prevarica, ma azione dimostratrice di una forza capace di contrastare la mano chi vuole sottomettere, a vario titolo, l’altro.
Tina Leonzi, che ha fondato il Moica 36 anni fa, è stata per noi il punto di partenza, il suo sostegno entusiasta, materno e allo stesso tempo istituzionale si è fatto fonte inesauribile di impegno quotidiano. La riflessione condivisa in un giorno importante come l’8 marzo contribuisce a ridare il suo peculiare valore simbolico a questa data che è una festa non solo delle mimose e delle cene tra amiche, ma un punto fermo nella storia che deve ricordaci come da un fatto triste si possa trovare il punto di forza per una nuova lotta fatta di buone parole, ma soprattutto di azioni concrete.
L’educazione sentimentale, che è uno strumento nonviolento, non può però basarsi su teorie astratte, ma deve mettere in pratica l’amore con l’esempio quotidiano. L’amore nelle sue diverse manifestazioni è il motore per una vita felice, ce lo ha insegnato Platone, e su queste basi filosofiche e pratiche si può rieducare alla parità ed al rispetto del femminile-materno.
Matera come punto di partenza e punto di ritorno per un cammino che ci attende: siamo certe, Alba ed io con l’aiuto di tante altre donne, di proseguire il nostro lavoro di sensibilizzazione culturale, di un progettare fatto di piccoli passi quotidiani che giungeranno alla meta.
L’incontro si svolgerà venerdì 8 marzo alle ore 18 presso la Biblioteca Civica di Matera, sala Laura Battista.