Dichiarazione del Direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore

 

“Violenze, sfollamento e condizioni estremamente difficili in Siria settentrionale e orientale hanno ucciso almeno 32 bambini dal dicembre 2018.

I continui combattimenti nella zona circostante Hajin, nella Siria orientale, hanno costretto migliaia di persone a intraprendere un lungo e faticoso viaggio verso la salvezza nel campo di Al-Hol per sfollati interni – quasi 300 km a nord. Dal dicembre dello scorso anno, circa 23.000 persone – la maggior parte delle quali donne e bambini – sono arrivate al campo distrutte dopo  tre giorni di viaggio in condizioni climatiche difficili nel deserto, con poco cibo e poco riparo lungo la strada. Più di 5.000 persone sono arrivate negli ultimi tre giorni.

La mancanza di sicurezza ha reso praticamente impossibile l’accesso umanitario ai bambini in viaggio verso l’area di controllo del campo. Il difficile viaggio, il freddo e i lunghi periodi di attesa nei centri di screening, dove le famiglie aspettano a volte per giorni, hanno contribuito alla morte di almeno 29 bambini – tra cui 11 bambini negli ultimi due giorni.

L’UNICEF assiste i bambini e le madri in fuga dai combattimenti a Hajin con coperte, abbigliamento invernale, cibo, acqua, servizi sanitari e nutrizionali, spazi a misura di bambino e servizi di protezione dei bambini e di ricongiungimento familiare.

Dalla scorsa settimana, i combattimenti a Ma’arat al-Nu’man a Idlib, nella Siria nordoccidentale, hanno ucciso tre bambini e ferito altre decine di persone. Un insegnante che lavora per un partner sostenuto dall’UNICEF e suo figlio sono stati uccisi nella violenza. I combattimenti hanno anche danneggiato gravemente una scuola e un centro comunitario per bambini.

A Idlib, l’UNICEF e i suoi partner continuano a fornire aiuti e servizi salvavita ai bambini e alle loro famiglie.

L’UNICEF fa appello a tutte le parti per facilitare un accesso umanitario sicuro, senza ostacoli e duraturo a tutti i bambini bisognosi.

Le parti in conflitto hanno dimostrato un insensibile disprezzo per le leggi di guerra. L’UNICEF esorta ancora una volta coloro che combattono di tenere i bambini lontani dai pericoli, anche nelle zone di conflitto attivo. Non ci sono scuse: i bambini non sono e non devono mai essere bersaglio  di violenza”.