Come riporta ufficialmente dall’agenzia di stampa IRNA, il generale iraniano Ataollah Salehi, comandante in capo delle forze iraniane, ha inviato questo messaggio agli Stati Uniti: “Suggeriamo… alla nave da guerra americana che passando per lo stretto di Hormuz ha raggiunto il Golfo dell’Oman, di non tornare nel Golfo Persico” .
Salehi si riferiva alla portaerei John C. Stennis che ha lasciato il Golfo Persico attraverso lo stretto di Hormuz lo scorso martedì, come dichiarato dall’agenzia di stampa Associated Press.
Il Pentagono ha risposto che la presenza navale statunitense nel Golfo rispetta le leggi internazionali e che la flotta americana intende mantenere un costante stato di vigilanza per assicurare e tutelare i commerci via mare.
Missili capaci di contrastare la presenza militare USA
Il messaggio del generale Salehi è giunto dopo 10 giorni di esercitazioni da parte delle forze iraniane nel Golfo, durante i quali si sono testati nuovi missili a lungo raggio, terra-aria e terra-terra. Si ritiene che le armi iraniane possano contrastare la presenza americana nella regione.
Dopo l’ultimo lancio avvenuto il 2 Gennaio, l’Ammiraglio iraniano Habibollah Sayyari ha dichiarato che da quel giorno in poi lo Stretto di Hormuz sarebbe stato totalmente controllato dall’Iran. “La sicurezza e il controllo dello Stretto è nelle nostre mani ”, avrebbe detto.
Recentemente Tehran aveva minacciato di bloccare lo Stretto di Hormuz– uno dei canali più importanti del mondo per il passaggio del petrolio – se l’occidente avesse imposto ulteriori sanzioni sull’esportazione del loro greggio o avesse intrapreso azioni militari di qualsiasi sorta. I militari negano tuttavia di aver ricevuto ordini diretti di procedere al blocco o che ci siano state reali minacce.
La tensione intanto cresce, anche in seguito alle ultime sanzioni USA che entreranno in vigore sabato. Si vuole colpire il settore finanziario del Paese che ha già subito un ribasso record della valuta. Tuttavia, le autorità iraniane affermano che il calo dei tassi di cambio è solo speculativo e che ci vorranno diversi mesi prima che le sanzioni danneggino l’economia reale.
La prima barra di combustibile nucleare iraniana
Tehran, che punta allo sviluppo di una complessa industria nucleare civile, ha recentemente testato nel Paese la prima barra di combustibile nucleare.
Secondo l’Organizzazione per l’Energia Atomica iraniana, la prima barra è già stata inserita in un reattore di ricerca. In molti credono tuttavia che il programma iraniano sia molto lontano dall’ambizione di poter effettivamente creare un’arma nucleare.
La Francia preme per sanzioni ancora più severe nei confronti dell’ Iran e chiede ai governi europei di seguire gli Stati Uniti nel congelamento dei beni capitali iraniani così come l’imposizione dell’embargo sulle esportazioni di greggio.
Lo scorso martedì, il Ministro degli Esteri francese Alain Juppé ha detto “non ci sono dubbi che l’Iran stia sviluppando armi nucleari” appellandosi all’Europa affinché approvi le sanzioni entro la fine di Gennaio.
Ricetta per il disastro militare
Il giornalista indipendente James Corbett, editore del sito di informazione Corbett Report, riferisce a Russia Today che l’Iran non avrebbe minacciato di bloccare lo Stretto di Hormuz se non si fosse ritenuto “che l’intera esistenza del paese fosse in pericolo”.
“Non credo sia una minaccia reale, a meno che l’Iran non sia convinto che le tensioni aumenteranno fino a qualche tipo di confronto militare” ha detto Corbett, aggiungendo: “ La causa sono le sanzioni imposte. Quindi, l’imposizione di nuove misure di questo tipo, rappresenta una vera e propria ricetta per il disastro militare”.
Corbett è convinto che l’unico risultato che l’Occidente dovrebbe cercare in questa situazione, sia un ulteriore dialogo con l’Iran.
Mettere l’Iran alle corde per aumentare la tensione
“Agire in qualsiasi altro modo, significherebbe mettere l’Iran nuovamente alle corde per aumentare la tensione militare. Dobbiamo comprendere che quando queste tensioni sono spinte al massimo, oltre i limiti, possono essere interpretate come una sorta – qualsiasi sorta – di provocazione, per giustificare un confronto militare nella regione”, dice Corbett.
Secondo il giornalista, un’azione militare nei confronti dell’Iran scatenerebbe una guerra molto più ampia nella regione.
“Seriamente, quando si parla di confronti militari in Iran, dobbiamo iniziare a pensare a quali siano i suoi alleati strategici e quindi all’eventualità di una guerra di dimensioni molto più ampie che coinvolgerebbe altri Paesi”.
****
Fonte: [Russia Today](http://rt.com/news/iran-sanctions-threats-gulf-143/print/) | 2012 [Human Wrongs Watch](http://human-wrongs-watch.net/)
Tradotto da Eleonora Albini