Proteste degli Elsipogtog-Mi’kmaq First Nation a New Brunswick in Canada.
L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha preso atto del verdetto di un tribunale canadese di permettere l’avvio dell’estrazione di gas di scisto tramite la tecnica del fracking nella terra degli Elsipogtog-Mi’kmaq First Nation nel New Brunswick sulla costa orientale canadese. Dopo il verdetto, con il quale il tribunale ha respinto un’istanza del popolo nativo per fermare i lavori dell’impresa WN Resources Canada sul loro territorio, l’APM lancia un appello urgente al governo canadese chiedendo che siano rispettati i diritti degli Elsipogtog così come fissati nella stessa costituzione canadese e mette in guardia da nuovi e ulteriori scontri tra manifestanti e polizia.
Il Canada, scrive l’APM in una nota, non può risolvere i propri problemi energetici sulla pelle delle First Nation e violando i loro diritti. Il fracking è una tecnica di estrazione del gas e del petrolio estremamente distruttiva per cui, dopo aver effettuato perforazioni orizzontali fino a una profondità di 3.000 metri, vengono pompati nel terreno ingenti quantità di liquidi sotto pressione, addizionati da agenti chimici e sabbia. L’immissione dei liquidi crea delle ‘spaccature’ nelle rocce e/o dei micro-sismi grazie ai quali viene liberato il gas che a questo punto può essere immagazzinato nei gasdotti e avviato alla raffinazione. Poiché il mix di agenti chimici e liquidi usati per spaccare il terreno ha pesanti conseguenze sul terreno e sulle falde acquifere, gli Elsipogtog temono la contaminazione delle loro terre, delle loro falde acquifere e quindi della loro acqua potabile.
Gli Elsipogtog accusano l’impresa di aver violato il paragrafo 35 della costituzione canadese del 1982 secondo cui l’utilizzo e lo sfruttamento delle terre delle First Nation può avvenire solo con l’approvazione del popolo interessato e solo in seguito a un processo di consultazione, che, dicono gli Elsipogtog, non c’è stato. Anche la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli Indigeni dell’ONU, firmata dal Canada nel 2010 prevede che tutte le attività che si ripercuotono sulle condizioni di vita di un popolo indigeno necessitino del loro consenso previo, libero e informato.
Lo scorso 17 ottobre 2013 la polizia canadese è intervenuta in modo violento per porre fine all’occupazione di un magazzino della WN Resources Canada con gli Elsipogtog, ambientalisti e organizzazioni per i diritti umani tentavano di fermare i lavori dell’impresa energetica. Durante l’intervento della polizia diversi manifestanti sono rimasti feriti, è stato appiccato il fuoco a diverse macchine della polizia e sono state arrestate 40 persone di cui quattro sono tuttora in carcere. Gli Elsipogtog-Mi’kmaq vivono nella parte orientale della provincia canadese di New Brunswick. Circa 2.383 persone appartenenti a questo popolo vivono nelle riserve di Richibucto e di Soegao, altre 700 vivono al di fuori delle riserve.