La mozione presentata da  Carlo Sommaruga (PS/GE) all’inizio dell’anno richiedeva al Consiglio Federale svizzero di firmare il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.

Prima del voto di questa mozione, che è stata approvata dalle due assemblee legislative (Conseil National e Etats) di cui è dotato il sistema di governo federale svizzero, la Commissione Esteri aveva dato parere sfavorevole, anche se di stretta misura, ma nelle assemblee la sinistra, tradizionalmente antinucleare, ha trovato alleati in altre forze politiche e la mozione del deputato socialista è passata con ampio margine, con disappunto del Governo Federale che aveva dichiarato la sua contrarietà, preoccupato per la pressione delle potenze nucleari.

“Una vittoria della Svizzera umanista” ha dichiarato Maya Brehm, tra i fondatori di ICAN nel paese. “Si scontravano due concezioni della neutralità” ha aggiunto, “Il principio della neutralità attiva, che impone alla Svizzera di svolgere il suo ruolo internazionale affermando la sua tradizione umanitaria attraverso i principi, ha prevalso sulla neutralità di attesa, che considera che si può essere neutrali solo non prendendo mai una decisione”.

“ICAN seguirà da vicino i prossimi passi del Consiglio federale, ma spera che la decisione parlamentare abbia già un impatto all’estero. Diversi Stati osservano la Svizzera prima di commentare. Sappiamo che la Finlandia, la Svezia, la Norvegia e persino il Kuwait aspettano la decisione svizzera prima di decidere. La Svizzera sta quindi inviando un messaggio positivo” ha concluso Brehm.

Ora il voto parlamentare è vincolante e quindi, in tempi ancora da definire, la Svizzera si unirà ad Austria, Vaticano e San Marino che sono gli altri stati europei che hanno firmato il TPAN. Inutile sottolineare che si tratta di stati che non fanno parte della NATO, fortemente contraria al trattato. In questo senso la posizione della Spagna dove il governo di Sanchez sostenuto da Podemos ha detto di voler firmare sembra essere prossima ad aprire una breccia e a rendere sempre più inefficace l’azione di boicottaggio delle grandi potenze nucleari.