“Con sentenza emessa oggi, il Tribunale di Milano ha accertato la condotta discriminatoria del Comune di Lodi che pretendeva dalle persone non comunitarie di produrre documenti nei paesi di origine per potere accedere ai servizi scolastici a domanda individuale” si legge nella Pagina Facebook del Coordinamento Uguali Doveri.
“Il Tribunale ha ordinato al Comune di Lodi di modificare il Regolamento per consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea di presentare la domanda di accesso ai servizi alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell’Unione Europea in generale, ossia in base alla dichiarazione ISEE.
Il Comune di Lodi è stato condannato alla rifusione delle spese processuali in favore di ASGI e NAGA, che hanno presentato il ricorso.
Si tratta di una grande e piena vittoria di ASGI, NAGA, delle forze politiche che hanno promosso il ricorso, nonché del Coordinamento Uguali Doveri che negli ultimi 3 mesi hanno condotto una lunga battaglia a sostegno delle famiglie e dei bambini discriminati dal Regolamento.
È una grande sconfitta dell’Amministrazione di centrodestra del Comune di Lodi, guidata dalla Lega Nord, che in modo testardo ha creato un caso di discriminazione che è diventato di interesse nazionale”.
E non è tutto: qualche giorno fa l’Azienda Sociale Sud Est Milanese ha sospeso l’applicazione del regolamento mense. Ecco il commento del Coordinamento:
“Accogliamo con soddisfazione la decisione che i Sindaci dei Comuni che compongono l’Azienda Sociale Sud Est Milanese (ASSEMI) hanno preso nella riunione dello scorso 11 dicembre, ossia di sospendere l’applicazione del Regolamento per l’accesso ai servizi scolastici che, come quello di Lodi, chiede alle famiglie extracomunitarie di produrre documenti aggiuntivi all’ISEE per certificare la propria situazione economica. La decisione è stata presa dai sindaci di San Giuliano, San Donato, Melegnano, Carpiano, Cerro al Lambro, San Zenone, Vizzolo Pedrabissi, Carpiano e Dresano e sarà approvata in assemblea entro la fine dell’anno.
La sospensione dell’applicazione di questo regolamento, che si protrarrà fino alla fine dell’anno scolastico, sarà accompagnata da una serie di richieste e di atti che a nostro parere vanno nella direzione giusta.
La prima è la richiesta ad ANCI e Regione Lombardia di una sollecita risposta riguardo alla fondatezza e alle modalità di applicazione delle Linee guida regionali in materia, chiarimento più che dovuto vista la confusione creata da questo inutile e sbagliato Regolamento. La stessa Regione Lombardia, infatti, non applica gli stessi criteri per regolare l’accesso ad alcune prestazioni sociali da lei erogate.
La seconda è la predisposizione degli atti necessari per un eventuale ricorso al TAR finalizzato al ritiro della Delibera regionale del luglio 2017 che ha approvato le linee guida che sono state richiamate nel Regolamento di Lodi e di altri comuni in Lombardia.
Nonostante il perdurante e imbarazzante silenzio della Giunta di Lodi sulla vicenda e il goffo tentativo di mettere una toppa a un Regolamento discriminatorio e illegittimo, notiamo con piacere che altri Sindaci e
altre amministrazioni comunali coinvolte in questa surreale vicenda si rendono conto della volontà discriminatoria, della confusione, dell’inapplicabilità di questo Regolamento, e cercano di cambiare una delibera regionale ingiusta e razzista.
Come Coordinamento Uguali Doveri apprezziamo e appoggiamo l’operato dei sindaci dell’Azienda Sociale Sud Est Milano; auspichiamo inoltre che altre Amministrazioni seguano il loro esempio e invitiamo la popolazione dei Comuni della Regione Lombardia a organizzarsi e fare pressioni affinché simili regolamenti discriminatori non vengano proposti e non siano applicati”.