I 15 di Stansted, che hanno impedito il decollo di un volo di deportazione del governo nel marzo dello scorso anno, sono stati oggi giudicati colpevoli di aver violato le leggi sul terrorismo. Dopo 9 settimane la giuria ha giudicato tutti e quindici gli imputati colpevoli di aver intenzionalmente interrotto i servizi e messo in pericolo un aeroporto ai sensi dell’Aviation and Maritime Security Act del 1990 – facendo un uso controverso della legge sul terrorismo.
I 15 di Stansted sono stati accusati dal governo di mettere a rischio la sicurezza dell’aeroporto e dei passeggeri, un’accusa respinta da tutti gli imputati. Il processo fa seguito ad un’azione pacifica che ha impedito il decollo di un volo di deportazione nel marzo 2017. Gli imputati potrebbero essere condannati all’ergastolo. La sentenza sarà pronunciata a breve.
Rispondendo al verdetto hanno dichiarato: “Siamo colpevoli di essere intervenuti per prevenire un danno. Il vero crimine sono i vili, disumani e appena legali voli di espulsione del governo e l’uso senza precedenti della legge sul terrorismo per reprimere le proteste pacifiche. Dobbiamo contestare questo uso scioccante della legislazione draconiana, continuare a chiedere la fine immediata di questi voli charter segreti di deportazione e un’inchiesta pubblica indipendente sull'”ambiente ostile” creato dal governo”.
Giustizia non sarà fatta fino a quando non saremo scagionati e il Ministero degli Interni non verrà chiamato a rendere conto del pericolo in cui mette la gente ogni singolo giorno. Mette in pericolo le persone nei raid all’alba nelle loro case, nei centri di detenzione e con questi voli brutali. Il sistema è fuori controllo. È ingiusto, iniquo e illegale e deve essere fermato”.
Melanie Strickland, una delle imputate, ha detto: “Essere giudicati colpevoli di un’accusa di terrorismo per una protesta pacifica è devastante per noi e profondamente inquietante per la democrazia in questo paese. E’ la pratica brutale, segreta e a malapena legale dei voli di deportazione di massa del Ministero degli Interni che sta mettendo in pericolo le persone e la loro politica di “ambiente ostile” che sta danneggiando le persone vulnerabili delle nostre comunità. E’ il Ministero degli Interni che avrebbe dovuto essere sul banco degli imputati, non noi”.
Un uomo che era destinato ad essere deportato sul volo, ma che da allora ha ottenuto il diritto di rimanere nel Regno Unito ha dichiarato: “I 15 di Stansted sono stati giudicati colpevoli di aver violato una legge sul terrorismo che non viene quasi mai usata. Anche se la giuria era convinta che le loro azioni avessero violato questa legislazione, non c’è dubbio nella mia mente che queste 15 persone coraggiose sono eroi, non criminali. Per me un crimine è fare qualcosa di malvagio, vergognoso o semplicemente sbagliato – ed è chiaro che sono le azioni del Ministero degli Interni a rientrare in queste categorie. I 15 di Stansted stavano cercando di fermare il vero crimine commesso. Mentre affrontano il proprio purgatorio – in attesa delle sentenze che arriveranno nelle prossime settimane – pregherò che venga loro mostrata clemenza. Senza le loro azioni mi sarei perso la nascita di mia figlia e avrei dovuto subire l’ingiustizia di essere espulso da questo paese, mentre ora il mio appello ha avuto successo. Il mio messaggio oggi è di continuare a lottare. La loro causa è giusta e la storia li assolverà dalla colpa che il sistema gli ha attribuito”.
Raj Chada dello studio legale Hodge Jones & Allen, che rappresentava tutti e 15 gli imputati, ha detto: “Siamo profondamente delusi dai verdetti di oggi. A nostro avviso è inconcepibile che i nostri clienti siano stati accusati in base alla legislazione antiterrorismo per quella che era una giusta protesta contro l’espulsione dei richiedenti asilo. Hodge Jones & Allen ha rappresentato in passato 13 imputati che hanno protestato a Heathrow in circostanze simili ai 15 di Stansted, ma non sono stati accusati in base a questa legislazione draconiana. Crediamo che questo sia stato un abuso di potere da parte del Procuratore Generale e del CPS (Crown Prosecution Service – organismo inglese e gallese che decide quali casi devono essere giudicati da un tribunale, N.d.T.), in quanto non avrebbero mai dovuto essere accusati di questi reati. Le azioni di questi manifestanti hanno fatto sì che due persone che stavano per essere ingiustamente deportate rimanessero nel Regno Unito”.
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