Si è tenuta oggi, 30 novembre 2018, la XXXIV edizione del Premio “Archivio Disarmo – Colombe d’oro per la pace”. La cerimonia di premiazione si è svolta a Bologna presso Palazzo Re Enzo. L’evento, sostenuto dalle Cooperative aderenti a LEGACOOP, è stato organizzato in concomitanza con la Biennale della Cooperazione Italiana.
La Giuria, formata da Fabrizio Battistelli, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta, ha consegnato le Colombe riservate ai giornalisti a Michele Giorgio (il Manifesto e fondatore dell’agenzia di stampa Near East News Agency), da oltre vent’anni inviato da Gerusalemme per seguire il conflitto israelo-palestinese, Sara Manisera giornalista freelance di stanza a Beirut, ove si occupa di donne, conflitti e società civile in Medio Oriente, Pietro Suber (W l’Italia), che con il suo film-documentario 1938: Quando scoprimmo di non essere più italiani [sotto il trailer] ha saputo ricostruire una delle pagine più buie della storia italiana. La Colomba d’oro internazionale a Steve McCurry, primo fotoreporter a mostrare al mondo le immagini del conflitto in Afghanistan. Un premio speciale al Progetto Presidio Caritas di Ragusa, che dal 2014 garantisce assistenza ai braccianti del territorio ragusano.
In un momento storico in cui la pace, i diritti umani, l’accettazione delle differenze sono valori assediati da visioni politiche ispirate a sentimenti di odio, il Premio “Colombe d’oro per la pace” si rivela ancora più attuale, perché promuove atteggiamenti di apertura reciproca e occasioni di dialogo.
“Stando un poco in Medioriente – ha dichiarato Michele Giorgio al momento della premiazione – ho capito che la pace sarebbe raggiungibile anche lì, ma dovrebbe essere accompagnata dalla giustizia. Non si può continuare ad applicare la legge del più forte. Bisognerebbe seguire le risoluzioni del diritto internazionale, che dovrebbero diventare dei fari per il nostro agire”.
“La realtà dello sfruttamento agricolo – ha spiegato Vincenzo Lamonica, responsabile del Progetto Presidio della Caritas di Ragusa – deriva da un deficit di cooperazione dei piccoli lavoratori agricoli, che sono continuamente schiacciati dalle grandi aziende e che si trovano costretti a sottopagare i loro lavoratori. Siamo tutti responsabili di questa situazione: produttori e consumatori. Bisognerebbe diventare consapevoli di quali sono le filiere etiche e quali invece no, avendo alle spalle lo sfruttamento del lavoro, che equivale inevitabilmente a sofferenza”.
Nell’edizione 2017 della Colomba d’Oro, tra i premiati c’era stata l’ICAN, il network di circa 500 associazioni che, in 101 paesi, si è battuto per la messa al bando delle armi nucleari.