L’annuncio del numero 1 del Palazzo di Vetro è seguito alla decisione di Barack Obama di inviare il suo segretario di stato, Hillary Clinton, nell’ex Birmania il 1° e 2 dicembre.
Il segretario generale dell’Onu ha espresso apprezzamento per “gli sviluppi sopraggiunti di recente” sotto la gestione del nuovo presidente, insediatosi a marzo, in seguito allo scioglimento ufficiale della giunta militare, il Consiglio di stato per la pace e lo sviluppo (Spdc), alla guida del paese dal 1988. Ha quindi riferito di aver parlato telefonicamente con Thein Sein e di averlo sollecitato a non attendere il 2014, anno in cui al Myanmar è stata affidata, proprio in occasione del summit di Bali, la presidenza di turno dell’Asean, “per realizzare tutte le riforme politiche necessarie” per promuovere la riconciliazione nazionale e la creazione di condizioni socio-economiche favorevoli ad attrarre gli investimenti stranieri.
Rientrato di recente da una visita nel paese asiatico, il capo di gabinetto del segretario generale, Vijay Nambiar, non ha fornito ancora una data per il viaggio di Ban Ki-moon; interrogato dai giornalisti sulla possibilità che il processo di apertura in corso in Myanmar possa spingere Usa e Unione Europea a revocare le sanzioni imposte al paese, ha risposto che “la decisione spetta ai paesi interessati” affermando allo stesso tempo che “deve essere fatto tutto il possibile per migliorare il benessere della popolazione e le condizioni economiche”.
Dopo aver annunciato venerdì la sua partecipazione alle prossime elezioni legislative dopo aver boicottato le ultime consultazioni, il partito del Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, la Lega nazionale per la democrazia (Nld), ha precisato oggi che sarà la stessa leader dell’opposizione a candidarsi per un seggio in parlamento.