Firmare le leggi di iniziativa popolare per cancellare il pareggio di bilancio dalla Costituzione e per introdurre nella Costituzione il referendum di indirizzo sui trattati europei.
SE NON ORA QUANDO?
È del tutto evidente che i nodi sono venuti al pettine: la Commissione Europea, attraverso i suoi più autorevoli esponenti, dal Presidente ai vari Commissari non appena ricevuto notizie riguardanti le novità contenute nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF) decisa dal governo italiano, è immediatamente intervenuta.
Sono state rilasciate dichiarazioni incisive e gravi, addirittura minacciando di utilizzare per l’Italia lo stesso trattamento riservato alla Grecia, stigmatizzando la mancata osservanza dell’obbligo del rispetto delle regole e cioè il pareggio di bilancio, il rispetto del tetto del deficit /Pil, il rientro dal debito.
Richiamando quindi con la massima determinazione il rispetto del famoso Accordo Fiscale (Fiscal Compact) che altro non è che un pacchetto di misure coercitive riguardanti l’uso delle risorse di ogni paese.
Il Fiscal Compact è stato deciso dalla Commissione Europea nel marzo del 2012 e i paesi aderenti alla UE avrebbero dovuto recepire l’Accordo trasformandolo in leggi dello stato entro i 5 anni successivi.
In Italia, nel maggio 2012 a soli due mesi dall’approvazione da parte della UE, il governo Monti decide di recepire questa norma utilizzando la forma della Legge Costituzionale, andando ben oltre le indicazioni che la stessa Commissione Europea aveva dato: il famigerato articolo 81 – l’obbligo del pareggio di bilancio – della Costituzione riscritto secondo le regole imposte dall’Unione Europea.
Di conseguenza dal 2012 nella nostra Costituzione vige questo obbligo non solo a livello centrale, ma anche per gli Enti Territoriali, Comuni, Province e Regioni.
Il pareggio di bilancio nei fatti sta producendo solo politiche antipopolari, disoccupazione, nessuna disponibilità di risorse per strutture necessarie come ospedali, scuole, strade, o quelle per il sostegno al reddito come ad esempio gli assegni familiari, la disoccupazione involontaria o le invalidità.
Insomma l’obbligo del pareggio di bilancio impedisce concretamente l’attuazione dei diritti sociali contenuti nella Costituzione come quello alla salute, a una pensione dignitosa e pubblica, alla gratuità dell’istruzione o quello alla tutela della sicurezza e della salute per i lavoratori.
Usb, con Eurostop, ha deciso di depositare presso la Corte di Cassazione il testo di una Legge di Iniziativa Popolare per la cancellazione dell’articolo 81 dalla Costituzione – il pareggio di bilancio- e un altro testo di legge per introdurre nella Costituzione italiana il referendum di indirizzo sui trattati dell’Unione Europea perché anche in Italia i cittadini possano dire la loro, come accade in altri paesi europei: la democrazia o è praticata oppure non è!
Vogliamo raccogliere 50.000 firme e consegnarle alla Camera e al Senato, che tra l’altro per il Regolamento di cui si è dotato ha l’obbligo di discutere le leggi di iniziativa popolare entro i tre mesi successivi al deposito.
Usb è presente per la campagna raccolta firme nelle principali città italiane.