Lunghe attese in Italia per il riconoscimento dello status di rifugiati ma, da quanto si apprende, la situazione nel Regno Unito non è migliore. Secondo un rapporto della Commissione parlamentare per gli affari interni sullo stato del sistema di asilo nel paese, pubblicato dal quotidiano The Guardian, i deputati esprimono preoccupazione per le “pessime” condizioni abitative dei richiedenti asilo e per la pressione che soffrono i richiedenti omosessuali per provare la loro identità sessuale.

La Commissione, spiega il quotidiano britannico, ha sollevato dubbi sulla qualità del processo di valutazione delle domande, tenuto conto che un 30% dei ricorsi fatti su precedenti dinieghi sono stati accolti nel 2012. Un altro indice del malfunzionamento del sistema sono i ritardi che si accumulano. La Commissione ha scoperto che 32.600 casi registrati nel 2011 non sono stati ancora risolti.

Nel 2012 il numero di richiedenti che, dopo sei mesi, ancora aspettavano una risposta, è aumentato del 63%. “Alcuni attendono da oltre 16 anni”, sottolinea The Guardian. Delle 21.955 richieste registrate lo scorso anno in Regno Unito, 12.632 hanno ricevuto una risposta definitiva.

“Il sistema di asilo è sovraccarico e sotto pressione”, ha dichiarato il presidente della Commissione Keith Vaz. “Il sistema deve funzionare perché altrimenti i richiedenti sono intrappolati in un circolo di impotenza e vulnerabilità”. Il rapporto denuncia anche le condizioni di alloggio precarie e inadeguate fornite ai richiedenti asilo da imprese private contrattate nell’ambito di un progetto lanciato nel luglio del 2009 e che affidava a privati la gestione dei servizi.

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