Oggi il parlamento europeo ha votato in favore dell’avvio, nei confronti dell’Ungheria, delle procedure previste dall’articolo 7.1 del Trattato dell’Unione europea.
“È un voto storico. Il parlamento europeo si è giustamente schierato dalla parte del popolo ungherese e dell’Unione europea, dicendo in modo chiaro che i diritti umani, lo stato di diritto e i valori democratici non sono negoziabili”, ha dichiarato Berber Biala-Hettinga, esperta di Amnesty International sui diritti umani nell’Unione europea.
“Una netta maggioranza di parlamentari ha respinto e condannato le retrograde politiche del governo ungherese, che sta allontanando il paese dal percorso dei valori condivisi all’interno dell’Unione europea. L’Ungheria appartiene fermamente all’Unione europea, ma non vi appartengono la xenofobia e il mancato rispetto per le libertà fondamentali e i diritti umani”, ha aggiunto Biala-Hettinga.
“Oggi il parlamento europeo ha votato per ciò che è giusto. Ora gli stati membri devono dare seguito a questo voto e agire rapidamente prima che l’Ungheria scivoli verso l’arbitrio oltre il punto di non ritorno”, ha concluso Biala-Hettinga.
Ulteriori informazioni
L’articolo 7 del Trattato dell’Unione europea fa riferimento alla promozione e alla salvaguardia dei principi costitutivi quali lo stato di diritto e il rispetto per i diritti e le libertà fondamentali.
Se il Consiglio europeo rilevasse all’unanimità la “grave e persistente violazione” da parte dell’Ungheria di tali principi costitutivi, le procedure previste dall’articolo 7 potrebbero portare a sanzioni come la sospensione del diritto di voto dell’Ungheria all’interno del Consiglio.
Innumerevoli organismi, tra cui la Commissione europea, le Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa e le organizzazioni della società civile ungherese e di altri paesi europei hanno ripetutamente richiamato l’attenzione sul mancato rispetto, negli ultimi anni, dei diritti fondamentali e dello stato di diritto in Ungheria.
Amnesty International, il Comitato Helsinki Ungheria e l’Unione ungherese per le libertà civili hanno attirato l’attenzione sugli allarmanti sviluppi seguiti alla nuova vittoria elettorale del partito al potere Fidesz nelle elezioni parlamentari dell’aprile 2018.
Il rapporto sull’Ungheria su cui il parlamento europeo ha votato oggi elenca una lunga serie di preoccupazioni relative al funzionamento del sistema costituzionale del paese, all’indipendenza del potere giudiziario, alla libertà di espressione e di associazione, al diritto a essere trattati secondo principi di uguaglianza, ai diritti delle persone appartenenti a minoranze come i rom e gli ebrei, ai diritti fondamentali dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati e ad altro ancora.