Muniti di rastrelli e sacchetti, donne, uomini e anche ragazzi si sono riversati sul terreno dello stadio di Mogadiscio per ripulirlo dalle erbacce in occasione della sua riconsegna al Comune dopo che per anni era stato utilizzato come
base militare dalle parti contrapposte nel conflitto civile.
Video che mostrano il lavoro sotto il sole di cittadini sorridenti sono stati diffusi sui social media e rilanciati da
portali di informazione locali.
A riconsegnare al Comune lo stadio sono stati i comandanti di Amisom, la missione di peacekeeping dell’Unione Africana in Somalia, che ha occupato il campo dal 2011 utilizzandolo come base per le operazioni contro i guerriglieri islamisti di Al Shabaab.
L’impianto fu costruito nel 1978, al tempo del presidente Siad Barre, grazie a finanziamenti cinesi. Nel 2011 i militari di Amisom avevano sottratto la struttura al controllo dei combattenti di Al Shabaab. Dal 1991, l’anno d’inizio della guerra civile, lo stadio non ha comunque più ospitato eventi sportivi.
Alla cerimonia di riconsegna ha partecipato il presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed, detto “Farmajo”, che si è detto soddisfatto per quella che ha definito una fase di “transizione”.