Rompere le catene dell’indebitamento. Questo è lo slogan della Settimana di Azione Globale contro il Debito e le Istituzioni Finanziarie Internazionali, una serie di manifestazioni che dall’8 al 16 ottobre si svolgeranno un po’ in tutto il mondo per ricordare che il debito estero è molto spesso illegittimo e odioso. Non più solo paesi dei Sud del mondo, il problema del debito ormai non ha più confini, Islanda e Irlanda le prime vittime europee, ma quello che sta succedendo oggi in Grecia, Portogallo, Spagna, Italia, ma anche Stati Uniti, è già successo per esempio in Argentina 10 anni fa. E nonostante il default del paese del Cono Sur, oggi Fondo Monetario Internazionale e istituzioni finanziarie europee propongono ancora le stesse ricette.

Le privatizzazioni, l’austerità fiscale e i tagli alla sicurezza sociale sembrano essere le uniche soluzioni praticabili per mantenere in piedi un sistema che ormai non si regge più neanche a scapito dei paesi più poveri come è successo fino ad ora. Milioni di persone non hanno e non trovano un lavoro decente, mentre gli stanziamenti per le spese militari continuano ad aumentare. In tutto il mondo la gente “indignata” lotta per avere servizi pubblici e accesso ai diritti fondamentali come la salute, l’educazione, l’acqua potabile, la casa, la pensione, mentre i governi sembrano essere concentrati solo su come trovare i soldi per pagare gli interessi per un debito sempre più alto.

Debito che inizia ad essere messo in discussione. Mentre prima si parlava di debito illegittimo e odioso solo per quei regimi dittatoriali che avevano usato i soldi per mantenere un dittatore di turno al potere, ora il concetto inizia ad essere approfondito ed esteso, la domanda è: quanto è legittimo un debito del quale non beneficia la popolazione? Anzi, per poter essere contratto si impongono addirittura tagli e sacrifici alla classe lavoratrice di un intero paese, mentre si cancella ogni prospettiva futura a chi un lavoro ancora non ce l’ha? Pochi hanno avuto il coraggio di dare risposte a queste domande, se si esclude forse Rafael Correa, il presidente ecuadoriano che nel 2008 ha dichiarato illegittimo buona parte del debito estero del suo paese e annunciato che l’Ecuador non lo avrebbe pagato. Solo per fare l’esempio del caso greco, come denunciano i giornalisti autori del documentario Debtocracracy, la Grecia ha mantenuto una spesa per armamenti decisamente spropositata, spese di cui sicuramente la popolazione non ha certo beneficiato.

Secondo gli attivisti di Jubilee South, organizzazione – che in occasione del Giubileo del 2000 proponeva la a cancellazione di tutti i debiti dei paesi poveri divenuti insostenibili, ma oggi anche le persone comuni e meno organizzate, da Atene a Santiago del Cile- sostengono che anziché mettere in piedi nuovi meccanismi di indebitamento e il perpetuarsi della illegittimità del debito, vengano ripudiati i debiti illegittimi e odiosi, ma anche che vengano prese in considerazione le alternative economiche e di finanziamento che mantengano la sovranità degli stati e dei popoli. Nel manifesto in cui si convoca la Settimana di Azione Globale si legge che “sono le stesse basi del sistema che stanno mostrando oggi più che mai la loro debolezza. Tuttavia la maggior parte dei governi e delle Istituzioni Finanziarie Internazionali insistono nella ricerca di soluzioni ai problemi che fino ad ora non fanno altro che peggiorare la situazione.”

L’invito è quello di unire le forze per dire no al debito illegittimo sostenendo che le vie praticate fino ad ora hanno beneficiato solo banchieri, politici corrotti, grandi multinazionali e i detentori di grandi interessi speculativi, criminalizzando e reprimendo la resistenza popolare. “É necessaria invece trasparenza nell’amministrare le finanze pubbliche, e si chiede la sospensione dei pagamenti del debito, almeno fino alla realizzazione di verifiche e monitoraggi partecipativi del debito per verificarne la legittimità” si legge nel comunicato. La protezione dei diritti dei propri cittadini dovrebbe essere la priorità per qualsiasi stato. Lo sradicamento della povertà, il rispetto dei diritti umani, la difesa dei popoli e della natura, la sovranità politica e finanziaria e la costruzione di sistemi economici e sociali includenti ed equi per tutti – per Jubileo Sur – dovrebbe essere al primo posto delle agende nazionali e internazionali. Rompere le catene dell’indebitamento e creare invece una rete tra cittadini di tutto il mondo per rendere visibili le richieste della società civile durante questa settimana è uno dei tanti modi per rafforzare la voce delle persone comuni, quelle che stanno pagando tutte le spese di una crisi globale e che chiedono, ora più che mai, una giustizia sociale globale.

Elvira Corona

In spagnolo approfondimenti:

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Sito di Jubilee South:

[http://jubileesouth.blogspot.com/](http://jubileesouth.blogspot.com/)