Nessuno sfugge alla crisi, “c’é gente colpita da tutte le parti, però i bonus continuano a fluire” per i padroni di Wall Street, che fino ad ora non hanno fatto altro che prendere, ha sostenuto Trumka parlando alla stampa.
Per questo gli “indignados” della Grande Mela “chiedono quello che la grande maggioranza degli statunitensi vuole, e cioè che anche Wall Street faccia la sua parte” ha continuato, riferendosi alle conseguenze della crisi economica scatenatasi alla fine del 2007 e che al momento vede oltre il 9 per cento della popolazione disoccupata.
Il dirigente del movimento sindacale che rappresenta 12,2 milioni di lavoratori ha sostenuto, inoltre, che la soluzione al disequilibrio economico attuale risiede nel fare in modo che Wall Street e le aziende facciano investimenti e producano occupazione, nel porre un freno ai pignoramenti e nella introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie.
In questo quadro, la AFL-CIO parteciperà giovedì sera alla grande manifestazione programmata a New York dagli “indignados” di Occupy Wall Street, e inoltre porterà avanti, durante la prossima settimana, una serie di azioni in 18 città del paese con lo slogan “Gli Stati Uniti vogliono lavorare”.
Con la partecipazione della Federazione dei Lavoratori a diverse mobilitazioni in tutto il paese, ha aggiunto, “intendiamo dare il nostro appoggio perché crediamo che l’economia stia lasciando fuori il 99% della popolazione”. Mentre l’1% è vincitore, “il resto se la passa male”.
Gli statunitensi stanno cercando soluzioni, ed lo si capisce guardando ciò che avviene a New York, Chicago e nelle strade del paese, ha concluso.
Traduzione dallo spagnolo di Giuseppina Vecchia