Sabato scorso è stato celebrato (ma da chi?) l’ottavo anniversario della risoluzione dell’ONU del 28 luglio 2010 con la quale l’accesso all’acqua è stato dichiarato un diritto umano universale. E, quindi, è stato introdotto l’obbligo, anch’esso universale, da parte degli Stati di prendere tutte le misure necessarie ed indispensabili per la sua concretizzazione. Ora, il carattere dell’acqua come bene comune di responsabilità pubblica governato da istituzioni pubblche elette e partecipate è una condizione fondamentale della reale concretizzazione del diritto.
A che punto è il governo? E’ certo un fatto positivo che il presidente della Camera Fico (M5S) abbia espresso con forza il 28 luglio il suo sostegno in favore della ricalendarizzazione del progetto di legge sull’acqua deposto nella precedente legislatura (nel marzo 2018). Ma il presidente della Camera non è il governo.
Speriamo che all’acqua pubblica italiana non succederà ciò che gli è accaduto in Puglia (Vendola e Emiliano imperanti) e a Roma (ACEA ancora imperante), per non menzionare tante altre situazioni locali. La stragrande maggioranza degli italiani è realmente e convintamente in favore dell’acqua pubblica. Al Vice Premier Di Maio domandiamo di rispettare fedelmente ed integralmente, con atti e disposizioni reali, il principio della stella “acqua pubblica” fondata sui diritti umani mandati a picco, nel giro di poche settimane, dal suo collega l’altro Vice Premier.