Quando ho visto il film “Lui è tornato”, prodotto dal genio di David Wnendt, alle prime battute ho pensato che fosse una cazzata. Ma con lo scorrere delle scene mi sono resa conto della potenza dei significati che quel film, in modo ironico e scanzonato all’inizio, stava trasmettendo all’ignaro pubblico. Alla fine ho pensato: “Ce ne vorrebbe uno su Mussolini. Così magari anche in Italia si potrebbe cominciare a elaborare la Seconda Guerra Mondiale, invece di ripetere meccanicamente gli stessi errori”.
No ho dovuto attendere molto. Quest’anno due coraggiosi autori, Luca Miniero e Nicola Guaglianone, hanno realizzato il remake del film tedesco, nella versione italiana in quanto a personaggio principale e temi. Aspramente criticato da tutte le parti in gioco, a me è parso francamente interessante, come anche mi era parso interessante l’originale tedesco.
È certamente difficile guardarsi allo specchio. Nelle nostre scuole superiori al contrario di quelle tedesche, per lo meno fino a quando le ho frequentate io, è sempre stato raro arrivare a studiare in modo adeguato la Storia del secolo scorso, soprattutto l’ambiente socio culturale del Trentennio e della Seconda Guerra Mondiale. Eppure sono stati aperti anche gli archivi e potrebbe essere un argomento da trattare con una grande varietà di documentazione. A me pare che, invece, ci sia una sorta di tabù, che ci piaccia dire che il Duce faceva cose utili, che gli acquedotti, che gli asili, che i ponti e le strade ecc ecc. Mi sembra che ci piaccia pensare che quello cattivo e pazzo fosse Hitler e che i nostri nobili soldati in Abissinia abbiano portato solo progresso e civiltà. E mentre gli ultimi partigiani stanno morendo, i nostri figli si indignano per le attività del “Giorno della Memoria” (sic!), religiosamente celebrato nelle scuole con atti simbolici. Ma di quale Memoria stiamo parlando? E di quale Storia? Nel frattempo gli Israeliani riempiono la cronaca sanguinosa con i loro missili lanciati su bambini che lanciano sassi. Queste sono le immagini che girano, senza contesto, non dico che siano la realtà, dico che capisco perché l’antisemitismo sta riaffiorando anche nei giovani.
Allora un film, una commedia che ti fa ridere e poi riflettere, come quella di Luca Miniero, mi sembra una vera manna, da proiettare assolutamente nelle scuole, nei circoli, nelle associazioni e pure in casa, così da stimolare la curiosità e l’approfondimento. Poi ognuno deciderà dove stare, ma almeno che si sappia chi è chi.
Capisco anche che la nostra Democrazia sia estremamente giovane. I geni del nostro fragile patrimonio che gioiscono per andare al voto democratico, sono ancora molto meno numerosi di quelli che esultano per le virtù dell’uomo forte, del re, del condottiero, quello che rimetterà a posto le cose. Nonostante gli evidenti fallimenti degli uomini forti della nostra politica monarchica e repubblicana, quella storia non elaborata lavora dentro le coscienze, in un paese dove lo stato di emergenza è lo sport che piace di più in assoluto.
In realtà Lui non è tornato, sono tornati Loro. Anzi, cosa dico, Loro non se ne sono mai andati. Questa è la realtà. Si sono fatti perdonare in uno show televisivo e fanno i moderati in rete, tra una battuta razzista e l’altra. Allora ci raccontano di aver ucciso un cagnolino perché era troppo aggressivo – come questi negri che ci invadono con i barconi – e non ciò che realmente pensano della vita e dell’essere umano.
Attenzione, non sottovalutiamoli, questi sono proprio gli stessi di allora.