Urlano di riunire bambini e genitori, alzano cartelli con scritto “Smetti di separare le famiglie”. Centinaia di manifestanti, e fra questi molti leader religiosi di svariate denominazioni, continuano a protestare contro le norme applicate dall’amministrazione Trump che hanno portato alla separazione dei bambini dalle famiglie al confine con il Messico, immagini e parole che hanno fatto il giro del mondo.
Il luogo delle manifestazioni è l’esterno del tribunale federale di Los Angeles, vicino all’hotel in cui due giorni fa era chiamato a parlare in un dibattito il procuratore generale Jeff Sessions, fra i sostenitori (anche con presunte giustificazioni teologiche più volte rimarcate) del pugno di ferro sul tema dell’immigrazione.
Sit-in pacifici, inni, canti, eppure i presenti vengono presto arrestati per manifestazione illegale, intralcio al traffico e altre accuse simili, mentre proseguivano incessantemente a citare passi biblici per raccontare l’amore per il prossimo che trasuda da ogni pagina delle scritture. Fra loro molti uomini di chiesa, pastori, preti, rabbini, in una vera comunità interdenominazionale. Fra questi Sandra Olewine, pastora metodista della First United Methodist church a Pasadena insieme a vari membri di chiesa, il rabbino Jonathan Klein, il reverendo William Barber della Chiesa cristiana Discepoli di Cristo.
Sessions, metodista, dovrà anche affrontare un reclamo ufficiale da parte di 600 suoi fratelli e sorelle di chiesa che in una lettera hanno annunciato che “come membri della stessa denominazione abbiamo l’obbligo etico di parlare audacemente quando uno dei nostri membri è impegnato a causare danni significativi in questioni contrarie alle nostre discipline”.
Nuovi raduni e manifestazioni sono previsti in tutti gli Stati Uniti sabato 30 giugno.