L’esperienza in Libano e Siria della Giovanni XXIII
«Noi siamo andati a vivere con loro. Di più, siamo andati a vivere come loro. Eppure dovrebbero essere loro a vivere come noi. – spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII – Nel 2016 siamo riusciti per la prima volta, grazie alla collaborazione di Sant’Egidio e Valdesi, ad aprire due corridoi umanitari, facendo giungere in modo legale e sicuro intere famiglie di siriani. Questo progetto è talmente valido che ora possiamo portare in salvo altre famiglie siriane. Il tutto a costo zero per lo Stato italiano, che non destina risorse a questi progetti. La nostra missione in Libano e l’accoglienza delle famiglie siriane in Italia è tutta sulle nostre spalle. Ci affidiamo solamente alla Provvidenza ed agli italiani di buon cuore».
«Stiamo assistendo ad un fenomeno epocale, non più un’emergenza. – conclude Ramonda – L’ONU parla di 68 milioni di profughi nel mondo. Persone costrette a scappare dalla loro terra per fuggire da guerre e persecuzioni. Nell’affrontare questo problema non si può pensare solo di chiudere frontiere o porti, ma occorre gestire in modo regolato l’immigrazione e l’integrazione, potenziando vie legali e sicure per arrivare in Europa e sottrarre questa povera gente dalle mani dei trafficanti di uomini».