Cioè hanno unito, nel loro percorso, le sedi dei 2 partiti principali artefici di questa riforma.

Al ptimo giro si sono imbattuti in un cordone di polizia che impediva l’accesso alla sede socialista, così gli indignati, cantando i loro slogans, hanno deciso di andare verso la sede del partito d’opposizione. Alcuni slogans che si potevano leggere sui cartelli “No alla povertà legalizzata per Statuto”, “La Costituzione la voto io, no alla dittatura dei mercati” o “No a una riforma asociale calata dall’alto”.

La marcia va avanto non senza momenti di confusione; gli agenti (che sono tantissimi); non ci sono stati incidenti ma i manifestanti hanno fatto presente che gli agenti non avevano la tessra sdi identificazione visibile.

In calle Génova gli indignati (a questo punto sono un migliaio) leggono un documento prodotto dal gruppo Economia dell’ Acampada Sol, e ripetono quanto detto prima nelle vicinanze della sede del PSOE: “rifiuto netto e totale” di questa riforma costituzionale. E sottolineano: “Hanno levato le tasse alla classe ricca, alle aziende più grandi, tasse sulle società, tasse di successione, sul patrimonio e hanno messo enfasi sul debito pubblico. “.
Di fronte alla sede del PP hanno insistito nella richiesta di un referendum e si sono poi diretti a Sol, per fare una numerosa assemblea.

A Barcellona il movimento 15M si è riunito nella Plaza de Catalunya per presentare la ‘Universitat Indignada’, un progetto che vuole aggregare le iniziative delle varie assemblee di quartiere: El Carmel, Eixample Dreta, Gràcia o L’Hospitalet, tra le altre.

Alle 18:00 comincia la presentazione con la presenza di professori di Economta Applicata, insieme a un rappresentante di Afectados por la Hipoteca (associazione “colpiti dall’ipoteca”). In seguito si è svolto un dibattito sulla crisi finanziaria in Gracia e alle 20:15 ha chiuso la giornata un discorso “Lotta poetica all’apatia”. Così si sono manifestati vari aspetti dell’indignazione.

Sul web è possibile consultare il calendario delle attività che tratteranno temi diversi comel’economia, la salute o l’ambiente e che continuano fino al 10 di settembre.

Sindacati e docenti

Da parte loro i sindacati stanno preparando proposte di manifestazione o sciopero che il 15-M appoggia come ad esempio il prossimo 6 settembre, manifestazioni anch’esse contro la riforma. La quale va parecchio di fretta alla camera ma con un marcato dissenso tra i due partiti maggiori e tutto il resto delle formazioni politiche.

E’ tesa anche la situazione tra i maestri delle scuole primarie con i governi locali come a Madrid e in Castiglia la Mancha, a causa dei tagli previsti; si prevede che la scuola possa iniziare con scioperi dei docenti. Di modo che si prevede un cosiddetto “autunno caldo”. E sicuramente arriva.