“Dalla strada di rivoluzione civile e pacifica che stiamo intraprendendo in Nicaragua, non si torna indietro”. Contattata telefonicamente dall’Agenzia ‘Dire’, Madelaine Caracas, 20 anni, parla quasi sussurrando. Le sue parole, pero’, sono pietre per il governo di Daniel Ortega.
Per i media nicaraguensi indipendenti, Madelaine e’ la ragazza che ha letto ad alta voce i nomi di oltre cinquanta studenti uccisi da polizia e gruppi paramilitari, guardando negli occhi l’ex leader sandinista e sua moglie, la vicepresidente Rosario Murillo. Lo ha fatto, racconta il sito di notizie ‘El Confidencial’, durante la prima sessione del tavolo di dialogo tra governo e movimento, lo scorso 18 maggio.
Femminista e ambientalista, Madelaine studia comunicazione all’Universita’ Centroamericana ed è la portavoce del Coordinamento Universitario per la Democrazia e la Giustizia, uno dei cinque gruppi giovanili che hanno preso parte al tavolo negoziale iniziato la settimana scorsa. Da poco, l’attivista è arrivata in Danimarca insieme ad altre sue compagne per una ‘Carovana informativa di solidarieta’ internazionale’ con l’obiettivo di sensibilizzare la societa’ civile europea sulla crisi in corso nel suo Paese.
“Hanno accusato me e altri portavoce degli studenti di essere tra i principali responsabili del caos in Nicaragua” racconta Madelaine: “Ci trattano da criminali, vandali e delinquenti perche’ esigiamo il rispetto dei nostri diritti”. Da piu’ di un mese gli studenti sono in prima linea nella contestazione al presidente Ortega, ex-leader nella guerriglia sandinista che rovescio’ la dittatura di Anastasio Somoza Debayle.
Per l’attivista, “il regime ‘orteghista’ non ha niente a che vedere con il sandinismo”. Quest’ultimo “è stato usato, il governo di Ortega ha sequestrato simboli di una lotta progressista, socialista, davvero vicina agli ideali del popolo”. Idee come “la penalizzazione dell’aborto, la concessione di terreni per il Gran Canal de Nicaragua, che danneggera’, oltre al nostro ecosistema, soprattutto le comunita’ indigene e afrodiscendenti, gli accordi con le imprese private, il tasso di femminicidi piu’ alto dell’America Centrale, l’uso delle casse previdenziali come casseforti per progetti edili costosi e di nessuna utilita’ sociale… Niente di tutto questo e’ di sinistra, quello di Ortega e’ neoliberismo” dice Madelaine.
“Non credo – continua l’attivista – che i nicaraguensi siano disposti ad arrendersi per la liberta’ di espressione, per gli abusi che subiamo ogni giorno, per tutti gli assassinii, per gli oltre 300 desaparecidos, alcuni ritrovati morti e con segni di tortura. Vogliamo che Ortega esca di scena e che tutti i poteri gestiti dal suo governo siano ristrutturati, perche’ sappiamo che sono viziati, corrotti”.