Nel pomeriggio di martedì 17 aprile il Tribunale Supremo greco ha deciso di cancellare le limitazioni geografiche che costringevano a restare nelle isole i rifugiati arrivati in Grecia dopo l’accordo tra Unione Europea e Turchia. Secondo le organizzazione greche, si tratta di un passo avanti nella lotta per aprire le isole e far sì che i profughi possano accedere a migliori condizioni di vita, mentre le loro richieste di asilo vengono esaminate.
Sempre martedì pomeriggio si sono svolte in piazza Sintagma, nel centro di Atene, varie proteste contro la guerra.
I membri del fronte di sinistra PAME hanno organizzato una marcia verso l’Ambasciata degli Stati Uniti con slogan come “Tutti per strada” e “La Grecia si mantiene ai margini del nuovo crimine imperialista”. La manifestazione è stata una risposta al nuovo bombardamento in Siria, questa volta da parte delle forze alleate occidentali.
Quasi in contemporanea gli attivisti di Mondo senza guerre e senza violenza hanno dato vita all’iniziativa “Gli Invisibili”, mettendosi di fronte al Parlamento greco con maschere bianche e cartelli e chiedendo la fine della guerra in Siria, il passaggio sicuro dei rifugiati e la fine della militarizzazione delle frontiere dell’Unione Europea. Alcuni cartelli mostravano il numero 517, ossia le vite umane perdute nel Mediterraneo dall’inizio del 2018, secondo i dati ufficiali forniti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.