Gli attivisti chiedono il sequestro preventivo dell’area costiera
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La Procura indaga ufficialmente sul progetto di riattivazione del poligono di Punta Izzo. Il 28 gennaio scorso, su delega del Sostituto Procuratore Antonio Nicastro, gli inquirenti hanno acquisito parte della relativa documentazione dagli uffici della Soprintendenza di Siracusa. A renderlo noto è la stessa Soprintendenza che in una nota ufficiale – per ragioni legate proprio all’indagine giudiziaria in corso (da poco riassegnata al Pm Tommaso Pagano) e a un supposto segreto militare – ha negato al Coordinamento Punta Izzo Possibile l’accesso al progetto di “demolizione e ricostruzione” del poligono della Marina, che prevede anche il rifacimento della strada d’accesso e la realizzazione di un piazzale sul tratto costiero.
Per l’esecuzione di queste opere, come scoperto a seguito di domanda d’accesso solo all’inizio di quest’anno, la Soprintendenza ha rilasciato – il 12 luglio 2013 – l’autorizzazione paesaggistica (numero 9782) alla Direzione del Genio militare per la Marina di Augusta. Adesso, nella nota firmata dalla Soprintendente Rosalba Panvini e dalla Dirigente Rita Insolia, viene riferito che il progetto autorizzato «riguarda anche quei lavori di “messa in sicurezza delle infrastrutture”» dell’ex poligono, eseguiti nel febbraio 2017 e consistiti nella chiusura degli accessi principali e nella realizzazione di una recinzione di paletti metallici fissati al suolo con cemento, a poche decine di metri dalla linea di battigia. Un intervento che ha comportato anche il taglio della vegetazione cresciuta ai margini dell’area addestrativa.
Per denunciare l’incompatibilità di queste opere edilizie con il vincolo paesaggistico d’inedificabilità assoluta e le stringenti prescrizioni di tutela a cui è soggetto il comprensorio di Punta Izzo, il 24 luglio del 2017 avevamo depositato un primo esposto in Procura, integrato poi dalla documentazione ricevuta a gennaio 2018 dal Responsabile per la Trasparenza del Ministero della Difesa. Nell’attesa che gli inquirenti facciano piena luce sulla vicenda, a motivo di quanto appreso mercoledì scorso dalla Soprintendenza, con l’assistenza del legale Sebastiano Papandrea abbiamo presentato un nuovo esposto con cui si richiede il sequestro preventivo dell’area dell’ex poligono, appurato che l’esecuzione della “messa in sicurezza” – parte integrante del progetto di riattivazione del poligono – attesterebbe l’avvenuto inizio dei lavori di realizzazione del progetto della Marina militare.
L’eventualità che i lavori in esame proseguano e vengano portati a compimento, reca infatti il serio e attuale pericolo che la libera disponibilità dell’area costiera possa aggravare o protrarre le conseguenze dannose dei supposti reati paesaggistici su cui indaga la Procura. In proposito, abbiamo richiesto al Comando Militare Marittimo di Sicilia di chiarire se anche le indagini georadar, fatte eseguire nei mesi scorsi dal Genio militare nella medesima area, facciano parte o siano in qualche misura connesse e preordinate alla realizzazione del nuovo poligono di tiro, atteso che lo scopo dichiarato di queste indagini – come risulta dalla documentazione ufficiale – «verte nel riconoscimento di eventuali tubazioni presenti nel sottosuolo della struttura in oggetto».
Sul fronte dei ricorsi amministrativi, intanto, si attende entro maggio la decisione dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana sull’annullamento dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza, richiesto col ricorso gerarchico presentato dal Coordinamento Punta Izzo Possibile insieme a Natura Sicula.
Chiediamo infine all’Amministrazione comunale di Augusta di far sapere quali azioni sono state intraprese o programmate, a oltre 20 giorni dalla mozione di indirizzo del Consiglio comunale che ha dato mandato di agire per scongiurare la riattivazione del poligono militare.
Coordinamento Punta Izzo Possibile