Gli avvocati di Bradley Manning hanno concluso la loro arringa dopo aver chiamato a deporre tre testimoni in dieci giorni. Secondo l’ultimo testimone della difesa, Yochai Benkler, professore di Diritto ad Harvard, dichiarare Manning colpevole di “aiuto al nemico” per aver passato materiale a WikiLeaks significherebbe rivolgere la stessa accusa anche a qualsiasi mezzo di comunicazione on line.

Il capo del collegio di difesa di Manning, l’avvocato David Coombs, ha inoltre replicato all’accusa secondo cui le rivelazioni di Manning hanno aiutato Al Qaeda e Osama Bin Laden citando un testimone rimasto finora sconosciuto, secondo il quale Bin Laden chiese ai suoi assistenti di esaminare il materiale diffuso da WikiLeaks solo dopo che il governo americano lo aveva definito apertamente utile ai nemici del paese.  Coombs ha detto: “E’ stata la  retorica a spingere il nemico a indagare su WikiLeaks e non la pubblicazione dell’informazione”.

Manning non ha mai testimoniato per difendersi, ma durante l’udienza precedente al processo, all’inizio di quest’anno, ha fatto una lunga dichiarazione. Il processo continuerà la settimana prossima. Si ritiene che la difesa chiederà il ritiro di sette dei 22 capi d’accusa contro Manning.

Traduzione dall’inglese di Anna Polo